L’amministrazione Trump ha annunciato il 1 ° febbraio che l’America avrebbe sospeso la sua partecipazione al trattato sulle forze nucleari a medio raggio (Trattato INF) per 180 giorni, in attesa di un ritiro definitivo. Vladimir Putin, in un incontro con il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov e il Ministro della Difesa Sergey Shoygu, ha annunciato, sabato scorso, che anche la Federazione Russa avrebbe sospeso la sua partecipazione al trattato, rispondendo in modo speculare alla decisione unilaterale di Washington.
Il Trattato INF era stato firmato dagli Stati Uniti e dall’URSS nel 1987, al culmine di negoziati iniziati anni prima e che avevano direttamente coinvolto i leader dei due paesi. Il trattato era entrato in vigore nel 1988, eliminando i missili con un raggio di 500-1.000 km (da corto a medio raggio) e di 1.000-5.500 km (intervallo intermedio). Il trattato ha sempre riguardato i lanciatori terrestri e mai i missili lanciati dal mare o dall’aria, un retaggio di un’epoca passata, in cui la maggior parte delle testate nucleari erano dislocate su missili con base a terra. Negli anni successivi, grazie ai progressi tecnologici, soluzioni come i sottomarini, i bombardieri invisibili e la possibilità di miniaturizzare le testate nucleari erano diventate sempre più importanti nelle dottrine militari degli Stati Uniti e della Russia, annullando le basi stesse su cui il Trattato INF era stato inizialmente firmato, evitare cioè uno scontro diretto tra Washington e Mosca sul continente europeo.
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