Con il termine glocalization,
coniato dallo studioso inglese Roland Robertson, si indica
l’articolazione ambivalente tra il globale e il locale, tra
l’interdipendenza dell’economia-mondo e l’interconnessione planetaria
delle comunicazioni frutto della rivoluzione digitale, da un lato, e la
dimensione particolare dei contesti locali, con le loro tradizioni e le
loro forme di vita, dall’altro. Si tratta di due realtà al contempo
opposte e complementari che connotano la globalizzazione come un «fatto
sociale totale», vale a dire non solo come un insieme di attività
economico-finanziarie a opera soprattutto di quei global players
che sono le multinazionali che, alla ricerca di profitti e rendite più
alti, attraversano le frontiere degli Stati grazie a una sorta di
tacito ius migrandi, ma anche come un complesso di codici simbolici, di pratiche sociali, di abiti culturali legati alle comunità territoriali.
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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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