Di questa cosa dei barconi ho i timpani pieni. Per l’insulto
all’intelligenza. Per la logica che evapora col caldo estivo. Per la
coazione a ripetere del senso comune, caricato a orologeria dai media.
Dico io: vuoi lamentarti dei barconi che arrivano colmi di richiedenti
asilo? Va bene, ma fallo in bicicletta. O a piedi. Non col culo sul
sedile di un Suv, come ho sentito fare oggi a un tipo che caricava
benzina dentro al suo fuoristrada. Diavolo, ma secondo te, perché la
gente scappa dall’Iraq o dalla Libia, per sport?
Scappano
per permetterti di fare il pieno, settecervelli. A ogni pieno che fai,
un barcone che viene. Per pompare olio, serve destabilizzare,
colonizzare, sfollare. Allora si può pompare. E mettere un bel centone
per arrivare alla prossima stazione di benzina, dove potrai continuare a
lamentarti dei barconi. Evocandone altri a ogni pieno. Quindi non
prendertela coi “buonisti”. Sono i cinici come te quelli che tengono
alta la domanda della merce che costringe la gente a mettersi nelle mani
dei trafficanti. “A casa loro!”. Certo, ci starebbero volentieri, ma ci
sono le macerie a casa loro, perché a casa tua serve il gas e alla tua
auto il petrolio. Ovvero serve che quelli dell’Isis, nemici
dell’Occidente, possano rivenderci i loro ottani di fondamentalismo a
buon mercato.
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