STUPIDA RAZZA

martedì 30 giugno 2015

Tutti i mali dell'Europa provengono dall'America dei club cultural-finanziari

L’America è il laboratorio della Modernità. Essere anti-americani non significa nulla se prima non si scinde, come ha fatto il grande sociologo Christopher Lasch, la massa dall’élite.
Seppur giovane, la nazione statunitense ha conosciuto nei suoi due secoli di storia tutta una serie di passaggi che l’hanno trasformata radicalmente sino a modificarne la natura stessa. In realtà per anni e sullo stesso territorio hanno convissuto due anime in contrasto fra loro. Da una parte lo spirito capitalistico fondato sul potere finanziario delle grandi famiglie come i Morgan, i Rockefeller, i Rothschild, i Lehman; dall’altra, quello fondato sulavoro e redistribuzione di Henry Ford, ideatore della fabbrica automobilistica più produttiva del mondo. Così anche la spettacolarizzazione di Hollywood è entrata in contrasto con la semplicità ed il realismo di Ernest Hemingway. Da una parte gli anti-imperialisti e gli isolazionisti come lo scrittore Mark Twain, il critico letterario Henry James, il filosofo John Dewey ed il poeta Edgar Lee Masters, dall’altra l’America della "dottrina Monroe" e guerrafondaia dei neocon. E poi lo strapotere di Wall Street di fronte alla lirica dei Cantos di Ezra Pound. Le grandi metropoli, Chicago, Boston, New York, contrapposte alle terre desolate, immense, raccontate dallo scrittore statunitense Henry David Thoreau in Walden ovvero Vita nei boschi.
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