La crisi ha
 avuto il merito  di chiarire che lo sviluppo economico non è un 
problema di ingegneria  finanziaria. Soddisfare le esigenze sociali non 
può essere il risultato  di qualche funambolismo finanziario, ma del 
buon funzionamento  dell’economia reale, rispetto alla quale la finanza 
deve tornare in  posizione servente. Il ruolo sociale della finanza è 
quello di fornire i  mezzi per avviare e sostenere un progetto 
imprenditoriale, incassare il  dovuto compenso per il servizio al 
credito e basta. Tutto il resto è  semplicemente usura.
Ma
 ripristinare la centralità  dell’economia reale è possibile solo 
emancipando le imprese dalla  finanza. A partire dagli anni settanta, le
 grandi imprese da  conglomerati industriali sono diventate grandi 
holding finanziarie con  delle appendici industriali: il profitto è 
venuto sempre di più dai  giochi finanziari e sempre meno dalle attività
 industriali, c’è stato un  sostanziale divorzio fra impresa ed 
azionisti, i manager si sono  orientati sempre di più sull’investimento 
finanziario ecc.
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