Quella che
si apre, in questa settimana, è una partita a scacchi a mosse obbligate
per entrambi i contendenti. E’ evidente che Tsipras ha bisogno di una
squillante vittoria dei No all’accordo. Se vincessero i si a lui non
resterebbe che dimettersi, la troika avrebbe vinto e i partiti di
centro cercherebbero di fare una coalizione “europeista” (magari con
una scissione fra i deputati di Syriza) per un governo di servizio (di
servizio alla Merkel, naturalmente).
Per
Syriza sarebbe una disfatta e per la Grecia inizierebbe un calvario
ancora peggiore di quello attuale, perché il referendum legittimerebbe
qualsiasi misura, anche la più aberrante. Magari non da subito, anzi la
Troika potrebbe mostrarsi inizialmente più comprensiva con un governo
“moderato” e fare anche qualche regalino, magari sino a novembre,
giusto il tempo di far affondare (o addomesticare) Podemos, ma dopo
sarebbe un crescendo, sino all’inevitabile default.
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