La conclusione alla quale sono giunti gli esperti nell'articolo pubblicato dalla rivista Science suona un po' come un'ovvietà per chi è ormai convinto che non si andrà da nessuna parte se ci si ostina a non voler mettere in discussione un'economia basata sulla produzione industriale, sul "libero inquinamento" e sulla tendenza a favorire i grandi gruppi e la grande industria.
Come scrive l'Agenzia Ansa, secondo quanto riportato sullo studio di Science, «per diversi settori produttivi, che insieme producono il 27% delle emissioni di gas serra, non ci sono soluzioni praticabili per diminuire l'impatto ambientale». L'articolo è firmato da oltre 30 esperti pubblicato da Science, che cita tra gli altri i trasporti aerei e la produzione di acciaio e cemento.
Il 6% delle emissioni globali, ricorda l'articolo, è dovuto al trasporto aereo e a quello terrestre a lungo raggio, il 9% alla produzione di cemento e acciaio e il 12% alle centrali elettriche 'accoppiate' a quelle ad energia rinnovabile che aumentano o diminuiscono la propria attività per compensare cali di vento o nelle ore notturne.
Per tutti questi settori, notano gli esperti, le soluzioni per ridurre le emissioni proposte finora, come i biocarburanti per gli aerei o i dispositivi di stoccaggio della CO2, sono troppo costosi per diventare competitivi.
"Se vogliamo essere ambiziosi nel rispettare gli obiettivi sul clima - spiega Steven Davis dell'Università della California, uno degli autori - dobbiamo occuparci di questi settori subito. Abbiamo bisogno di molta più innovazione, ricerca e di un maggiore coordinamento per rendere queste fonti più pulite".
Il 6% delle emissioni globali, ricorda l'articolo, è dovuto al trasporto aereo e a quello terrestre a lungo raggio, il 9% alla produzione di cemento e acciaio e il 12% alle centrali elettriche 'accoppiate' a quelle ad energia rinnovabile che aumentano o diminuiscono la propria attività per compensare cali di vento o nelle ore notturne.
Per tutti questi settori, notano gli esperti, le soluzioni per ridurre le emissioni proposte finora, come i biocarburanti per gli aerei o i dispositivi di stoccaggio della CO2, sono troppo costosi per diventare competitivi.
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