STUPIDA RAZZA

domenica 19 maggio 2019

Economia circolare e crescita del PIL sono incompatibili

Economia circolare e crescita del PIL sono incompatibili

Visto che ormai sempre più persone hanno consapevolezza che la crescita infinita in un mondo dalle risorse infinite è materialmente impossibile (oltre che portarci alla catastrofe), si cercano termini per indorare un po’ la pillola, mantenendo il termine crescita ma associandola a qualcosa che dia un contentino ai tanti che sulla crescita nutrono grossi dubbi. 
Parlare di decrescita non fa marketing, soprattutto politico, ed è un termine decisamente infelice per chi deve ottenere consenso; ecco allora arrivare l’economia circolare che è una specie di decrescita ma con un nome più spendibile. Gli alchimisti economici che mettono assieme crescita ed economia circolare, dovrebbero spiegarci come fa un paese a crescere se adotta le metodologie dell’economia circolare che non è altro che il riproporre alcune regole naturali cicliche alle attività umane, produttive ed  economiche in particolare. La prima cosa che in natura proprio non accade è la crescita infinita, infatti tutto ha un ciclo.
Andando ancora più a fondo sulla questione, si conferma l’impossibile coesistenza fra economia circolare e crescita. Ridurre gli sprechi? Ma su quello si basa la crescita, se non si spreca, non si butta e di conseguenza si compra, come fa a crescere il PIL? Riutilizzare, ridurre, riciclare su vasta scala? Ma se lo si fa si compra di meno, si utilizzano meno risorse, ergo il PIL non cresce. Risparmiare energia? Utilizzare fonti rinnovabili?  Ma così facendo a medio e lungo termine la crescita si contrae, perché al sole e al vento la bolletta ancora non si paga e tutto quello che non si paga e si autoproduce è nemico acerrimo della crescita. E se seguendo la logica dell’economia circolare si diffondesse il concetto di autoproduzione, sarebbe come l’Anticristo per la crescita. Se ci si autoproduce energia, cibo, cultura, ecc. , si proteggono l’ambiente e la salute, migliora la qualità della vita e delle relazioni, si risparmiano soldi, occorre lavorare meno, ma il PIL non cresce! Quindi disastro e sciagura (per chi ancora crede alla crescita, non certo per le persone e l’ambiente).
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