I gilet gialli sono serviti alla fine ad aiutare Macron. E anche in Italia le forze anti-sistema sembrano poi finire per sorreggerlo
Quale piazza farà più rumore oggi? Quella di Milano, dove il ministro Salvini ha chiamato a raccolta i militanti per la chiusura pubblica della campagna elettorale in vista delle europee o quella di Parigi, simbolo di ogni città francese che scenderà in strada per il 27mo sabato di protesta contro il Governo? Non è una domanda polemica, né retorica. È sostanziale. E dirimente. Perché, piaccia o meno, fra millantarsi e autoproclamarsi testa d’ariete contro il sistema e scoprirsi avanguardia sotto copertura dello stesso, il passo è breve di questi tempi. E il caso francese è di scuola, in tal senso. Come sapete, ho denunciato la natura strumentale e destabilizzante in senso di perpetuazione dello status quo del movimento dei “gilet gialli” fin da principio, non temo smentite al riguardo. Oggi è ora di tirare le somme, visto che, come dicono i francesi, le jeux sont faits. Vi invito a dare un’occhiata a questo link, tratto dalla versione on-line di Le Monde, perché è davvero istruttivo.
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