È una discussione ignorata dai media e dalle forze progressiste, eppure se si concepisce il lavoro non come uno strumento di mera sussistenza ma come il principale vettore di cittadinanza, dunque di democrazia e di politicizzazione, non si può che affermare il valore della democrazia economica. Ecco nove proposte per democratizzare l'economia e l’Unione Europea.
di Rosa Fioravante
Da tempo nel dibattito pubblico in Italia, specialmente in occasione di elezioni europee come quelle di Maggio 2019, non si distingue più fra i concetti di euro, Unione Europea ed Europa. Di più: non si tiene in gran conto la differenza fra la dimensione della democrazia formale, elettorale, che riguarda il vivere in un regime dove si svolgono libere consultazioni, e la sua dimensione sostanziale, quella che riguarda il come si “usi” la democrazia e a vantaggio di chi. Allo stesso modo, è sempre più difficile scindere la discussione sulla dimensione formale-istituzionale dell’assetto dell’Unione Europea, che riguarda che poteri hanno e debbano avere la Commissione e il Parlamento, come sia fatta e come sarebbe riformabile l’eurozona e altri dibattiti simili, dalle prese di posizione inerenti la dimensione dell’Europa politica: quest’ultima non ha a che vedere con le argomentazioni favorevoli o contrarie ad un ipotetico futuro federalismo, ma ha tutto a che vedere con i rapporti di forza interni ai singoli paesi e fra di essi.
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