STUPIDA RAZZA

martedì 11 gennaio 2011

L'irrealizzabile modello Marchionne

stiamo cercando di salvare l'insalvabile,perche' l'industria automobilistica a livello mondiale ha quasi raggiunto il capolinea.
Perche' non cercare di riconvertire il settore automobilstico ad alto impatto ambientale "ormai strasaturo in occidente e non illudiamoci di creare le condizoni per una motorizzazione di massa in cina,india,ecc. pura fantascienza",in un settore a basso impatto ambientale quali ad esempio le energie rinnovabili?un esempio:  microgenerazione.
Lo portano in trionfo come modello del futuro, e non si sono accorti che è cieco come una talpa. Gli interrogativi reali di “Fabbrica Italia” che pochi si pongono. Il manifesto, 9 gennaio 2011

Ci sarà pur una ragione per cui la totalità dell'establishment italiano, dal Foglio della ex coppia Berlusconi-Veronica a Pietro Ichino - quel che resta della componente pensante di un partito ormai decerebrato) - converge nel chiamare «modernizzazione» il diktat di Marchionne («o così, o si chiude»).
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FIAT. Il futuro non è qui


In attesa del referendum tra i lavoratori, una farsa in risposta a un ricatto, va osservato che la contrapposizione tra Marchionne e la FIOM-CGIL, e tra quest’ultima e gli altri sindacati proni ai diktat dell’AD in girocollo, si impernia su una realtà produttiva di fatto preistorica. Il braccio di ferro avviene all’interno di un’industria, quella dell’auto, che nei suoi caratteri tecnici fondamentali non innova dagli anni ’20. Ci sono state aggiunte e perfezionamenti nel tempo, è vero, dai vetri elettrici al servosterzo, dalle chiusure centralizzate all’ABS, eccetera, ma il nucleo della questione resta lo stesso: il motore a scoppio, alimentato da idrocarburi, intuito dagli italiani Barsanti e Matteucci nel 1854, e precisato a livello industriale negli anni ’20 da tedeschi (Daimler-Benz) e americani (Ford).

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http://www.ilribelle.com/quotidiano/2011/1/11/fiat-il-futuro-non-e-qui.html

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