Unità d’Italia. I festeggiamenti e le ipocrisie. Cerchiamo di guardare in faccia la realtà, nella parabola da Garibaldi a Berlusconi. E basterebbe già questo. Oltre all’albertosordismo nazionale.
Io non ho festeggiato questa Italia incompiuta e fallita. E non perché non sappia che il cosiddetto Risorgimento (ma c'era mai stato un 'sorgimento'?) contenga pagine gloriose, come la Repubblica Romana o le Cinque Giornate di Milano, o uomini che pur con tutti i loro pesanti difetti furono grandi uomini, a cominciare dai “magnifici tre”: Mazzini, Garibaldi e Cavour. E nemmeno perché, al contrario, misconosca gli errori, gli orrori, i misfatti, i massacri, le miserie e la disgustosa retorica con cui si vorrebbe far passare un processo storico che, come ogni vicenda umana, non fu un'epopea scritta nel destino ma un gioco di forze e interessi, idealizzato per giustificare un'unificazione forzosa e forzata.
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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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