Mi ripugna dover spendere parole per commentare quelle di esponenti di sodalizi totalmente sconosciuti ma comici già nel nome, quali “Associazione donne arabe in Italia” o “Associazione Musulmani Moderati in Italia”, o addirittura di personaggi come Maria Giovanna Maglie, “famosa” solo per lo scandalo degli esorbitanti rimborsi spese presentati da inviata del TG2 o per essere stata opinionista all’”Isola dei Famosi”. Certa gente meriterebbe solo un compassionevole silenzio. Quando però sono loro stessi a voler ridurre al silenzio gli altri, quelli che non la pensano come loro (ma verrebbe da dire “quelli che pensano” e basta), beh allora qualcosa bisogna dire.
Per chi non lo sapesse, questi apologeti dei diritti delle donne, dell’esportazione della democrazia e di altre amenità che da anni vengono sparse a piene mani dalla propaganda occidentale, si sono resi protagonisti di una crociata mediatica e giudiziaria nei confronti dell’ultimo libro di Massimo Fini, una biografia del Mullah Omar. Nel loro comunicato si leggono frasi che non si sa se definire tragiche o ridicole, come: “Dove si può mai trovare grandezza in un uomo che professa da sempre l’odioso principio dell’inferiorità della donna, in un uomo che fa saltare sulle mine i soldati che cercano di portare un minimo di libertà?” oppure: “A noi non piace la censura e amiamo la libertà d’espressione, ma ancor meno ci piace l’elogio del terrorismo e dell’oppressione della donna, tanto più in tempi così incerti e rischiosi”.
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