STUPIDA RAZZA

mercoledì 4 dicembre 2013

PD: democristiani loro malgrado


La decisione del presidente Napolitano circa la necessità di una verifica parlamentare per il governo Letta è difficilmente confutabile. Infatti con lo sfaldamento del Pdl, e l’uscita di Forza Italia dalla coalizione, l’esecutivo conserva la maggioranza, ma la sua natura politica è radicalmente mutata. Da un governo Destra-Sinistra - cioè Pd-Pdl (numericamente autosufficienti) più altri - si è trasformato in un governo di Sinistra-Centro. Nel quale è il Partito democratico, per l’appunto, a rappresentare in entrambe le Camere il nucleo forte, mentre il Centro, costituito da Scelta Civica-Udc più il Nuovo centrodestra (Ncd) di Alfano, svolge la parte di comprimario.
Coincide con questo spostamento dell’asse politico del governo - e in certo senso lo ha reso possibile e insieme ne è un frutto - un secondo e più importante mutamento: la democristianizzazione del Pd. Vale a dire il progressivo ma ormai compiuto assorbimento-imitazione da parte del Partito democratico non solo della funzione sistemica, ma pure dei caratteri interni propri di quella che fu la Democrazia cristiana. Una tale democristianizzazione del Pd si è prodotta non casualmente via via che il sistema politico della cosiddetta Seconda Repubblica andava perdendo il suo parziale carattere bipolare per indirizzarsi verso una riedizione della frantumazione parlamentarista della Prima Repubblica, frutto a suo tempo della proporzionale. Alla quale - di nuovo non a caso - anche la Seconda sembra ora ineluttabilmente condannata a tornare. Un parlamentarismo proporzionalistico che, se non vuole naufragare nel nulla, deve però necessariamente organizzarsi intorno a un partito cardine. Che ieri era la Dc, e oggi è per l’appunto il Pd.
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