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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 8 settembre 2014
Viva la Malinconia e muoia la tristezza
La
malinconia è un albero ombroso che ti succhia linfa ma a volte dà
frutti deliziosi: opere, poesie e a volte perfino trattati sulla
malinconia medesima. Ho davanti a me due libri, uno poderoso e
ponderoso, uscito pochi mesi fa in Italia e l'altro smilzo e acuto
uscito invece tanti anni fa.
Il
primo è L'inchiostro della malinconia (Einaudi, pagg. 564, euro 36) di
Jean Starobinski, medico, saggista e letterato. È un compendio
filosofico-sanitario, una storia e fenomenologia psico-letteraria della
malinconia, delle sue origini soprannaturali o patologiche e poi degli
effetti sentimentali e caratteriali. Una volta era localizzata nella
bile nera o nella milza, e la religione la considerava peccato di
accidia: l' acedia è un torpore, un'assenza d'iniziativa, una
disperazione totale, senza scampo, acuita dalla solitudine, che produce
mutismo, anzi «afonia spirituale»; quella che Marsilio Ficino indicava
come perdita eccessiva dello spirito sottile. La voce dell'anima non
parla più. Il rimedio classico era viaggiare. L'espressione spirituale
della malinconia è la letteratura della nostalgia, la passione del
ricordo. Kant ritiene che il nostalgico non desidera in realtà i luoghi
della giovinezza, ma lo stato della giovinezza, la propria infanzia
legata a un mondo anteriore. Per Starobinski la nostalgia è una
malattia morale.
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