STUPIDA RAZZA

lunedì 8 settembre 2014

Viva la Malinconia e muoia la tristezza

La malinconia è un albero ombroso che ti succhia linfa ma a volte dà frutti deliziosi: opere, poesie e a volte perfino trattati sulla malinconia medesima. Ho davanti a me due libri, uno poderoso e ponderoso, uscito pochi mesi fa in Italia e l'altro smilzo e acuto uscito invece tanti anni fa.

Il primo è L'inchiostro della malinconia (Einaudi, pagg. 564, euro 36) di Jean Starobinski, medico, saggista e letterato. È un compendio filosofico-sanitario, una storia e fenomenologia psico-letteraria della malinconia, delle sue origini soprannaturali o patologiche e poi degli effetti sentimentali e caratteriali. Una volta era localizzata nella bile nera o nella milza, e la religione la considerava peccato di accidia: l' acedia è un torpore, un'assenza d'iniziativa, una disperazione totale, senza scampo, acuita dalla solitudine, che produce mutismo, anzi «afonia spirituale»; quella che Marsilio Ficino indicava come perdita eccessiva dello spirito sottile. La voce dell'anima non parla più. Il rimedio classico era viaggiare. L'espressione spirituale della malinconia è la letteratura della nostalgia, la passione del ricordo. Kant ritiene che il nostalgico non desidera in realtà i luoghi della giovinezza, ma lo stato della giovinezza, la propria infanzia legata a un mondo anteriore. Per Starobinski la nostalgia è una malattia morale.
leggi tutto:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49306

Nessun commento:

Posta un commento