Ripropongo
parte del mio intervento al seminario "Arte
e Decrescita", svoltosi a Firenze dal 29 al 31 maggio in
un'atmosfera di condivisione e convivialità davvero unica. Due
giorni di grandi spunti, ottimismo e speranze per il futuro, in una
cornice naturalistica favolosa.
Il
titolo di questo contributo non è casuale, "uno sguardo
etnografico" indica la necessità di un approccio metodologico in
grado di entrare in profondità nelle dinamiche sociali, culturali e
psicologiche della società. Ed è proprio ciò che l'arte dovrebbe
fare per rivoluzionare, 'sovvertire' e ricolonizzare l'immaginario
collettivo in favore di simboli nuovi, legati a valori di
comunitarismo, solidarietà e reciprocità, con uno sguardo anche
alla tradizione e al passato.
Gran
parte del lavoro di questi anni sul territorio, spesso un impegno di
'semina' silenzioso ma che comincia a dare anche qualche buon frutto,
è stato realizzato all'interno della cornice della decrescita, di
cui Maurizio Pallante è instancabile ispiratore e filosofo.
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