Certamente, Salvini dopo l’uno/due della faccenda Siri e dell’autorizzazione allo sbarco autorizzata da Conte (con impegni già presi di mandarli in Europa), sta meditando se staccare la spina al governo oppure continuare. Il cellulare con Giorgetti sarà caldissimo, anche perché la vicenda di Siri rischia di trasformarsi – con la prosecuzione delle inchieste – e Giorgetti rischia anche lui un avviso di garanzia, perché quell’inchiesta è un filo che si sa da dove parte e non si sa dove andrà a finire. L’atteggiamento dei 5Stelle, complice anche l’avvicinarsi al voto, si è fatto intransigente e la Lega ha perso 6 punti percentuali nei sondaggi in una settimana. Salvini ha provato a scaricare il barile delle espulsioni sulle spalle di Conte e di Moavero, che hanno risposto picche: che fare?
A mio avviso, Salvini non aveva veramente intenzione, dopo le elezioni, di rompere il Governo per tentare l’avventura con il centro-destra nel quale fare il leader indiscusso, perché a parole Berlusconi glielo avrà senz’altro promesso, ma lui non si fida. E fa bene: il vecchio marpione ne sa una più del diavolo in termini di alleanze, e se oggi promette, domani è pronto a farti scivolare via lo zerbino da sotto i piedi. Lo abbiamo visto nell’ultimo governo – socio di Renzi – cos’è stato in grado d’inventarsi (Verdini e tutto il resto).
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