Caro Totò,
sul
Fatto quotidiano on line del 6 ottobre è stato pubblicato un
trafiletto che riportava un intervento del capo del personale della
Volkswagen, Horst Neumann, sul giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, a
cui non è stato dato molto risalto dalla stampa italiana, anche se, a
mio parere, spiega le cause della crisi in modo chiarissimo e non
paragonabile alle fumose analisi con cui cercano di rimbambirci gli
economisti italiani. Tipo questa dichiarazione rilasciata dal ministro
del Tesoro, Pier Carlo Padoan, lo scorso 24 settembre, al ritorno
dall’Australia, dove aveva partecipato al G20: «Per definizione una
crescita nominale così bassa, data da crescita reale negativa e
inflazione molto bassa, è un problema in più per la dinamica del
debito. Se la crescita nominale fosse più in linea con gli obiettivi
della Bce, l’Italia vivrebbe su un pilota automatico. Il nostro surplus
strutturale al netto degli interessi, più tassi d’interesse
ragionevolmente bassi sul debito e una crescita nominale superiore al 2
per cento, sommando un po’ di crescita reale e un po’ di inflazione,
darebbero risultati chiari: il debito sarebbe in calo a velocità più
che soddisfacente».
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