Nella
coppia «la stima è più importante dell’astratta parità». Lo dicono
alcuni recenti saggi provenienti da ambienti culturali lontani da
posizioni confessionali
Coppia
è bello. Nella variegata saggistica sulla relazione e i rapporti
affettivi si nota un forte cambiamento: dallo sguardo negativo sulla
coppia come stabile organizzazione della propria vita affettiva a una
riscoperta del suo valore. Le ultime riflessioni sulla coppia confermano
così le statistiche note da tempo e verificate negli anni, soprattutto
nei Paesi anglosassoni, che raccontano come le persone in una coppia
stabile vivano più a lungo, si ammalino meno, abbiano situazioni
economiche e sociali più risolte e dichiarino di essere più felici di
chi invece vive in situazione di singleness.
Vivaci e per certi versi sorprendenti si rivelano a questo proposito
saggi provenienti da ambienti culturali lontani da posizioni
confessionali, occupati fino a qualche anno fa da lavori che
presentavano il single come
espressione di una proposta di vita particolarmente avanzata e ricca di
sviluppi. Oggi invece proprio queste posizioni vengono confutate tra
gli altri da studiosi come Claude Habib (specialista di letteratura del
secolo dei Lumi, e docente all’università di Paris III) nel suo ultimo
libro Il gusto della vita insieme. Elogio della coppia (Firenze,
Ponte alla Grazie, 2014, pagine 142, 14 euro). «Il panegirico
dell’autonomia affettiva in sé è vuoto e non porta da nessuna parte»
afferma la Habib, ricordando che fare dell’ideale individualistico «lo
scopo della vita significa decretare l’inverno perpetuo».
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