Da uno studio condotto dal prestigioso istituto francese di analisi Xerfi
  emerge un dirompente rovesciamento delle condizioni economiche interne
  all’Eurozona, del tutto sufficiente ad imprimere una brusca accelerata
  al processo di disintegrazione dell’euro. Il dato cruciale messo in  
risalto all’interno del documento è infatti rappresentato  
dall’impressionante cambio di paradigma varato dalla Germania, che  
nell’arco di appena 12 mesi è riuscita a rivoltare in maniera radicale  
il proprio export. Nel primo semestre del 2013, il 65% circa delle  
esportazioni tedesche veniva assorbito dai Paesi membri dell’Unione  
Europea, di cui il 36% dalle nazioni che aderiscono all’Eurozona, mentre
  ad appena un anno di distanza il 74% circa dell’export tedesco veniva 
 realizzato al di fuori dei confini europei. L’incremento delle  
esportazioni tedesche all’esterno del “vecchio continente” è stato pari a
  70 miliardi di euro (su 131 miliardi dal 2007), a fronte di una  
contrazione di 77 miliardi all’interno dell’Unione Europea. Il che è  
naturalmente dovuto alla caduta della domanda interna in tutti i Paesi  
dell’Eurozona, imputabile alle sostanziali terapie d’urto imposte dalla 
 cosiddetta “troijka” dietro il pungolo di Berlino.
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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".

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