Il
primo sentimento che voglio esprimere è di gioia, perché questo momento
che è stato costruito da un gruppo di lavoro interno al movimento della
decrescita felice, è un momento molto importante. Io sono qui per
imparare e mi limiterò a dare un piccolo inquadramento culturale
generale dentro il quale si innesta questo contributo specifico relativo
alla salute.
La cosa principale da tenere in considerazione è che la decrescita
parte in ambito economico, è una contestazione della finalizzazione
dell’economia alla crescita della produzione di merci, ma travalica
immediatamente in ambito filosofico, diventa una concezione del mondo,
una concezione della vita. So che la parola crea delle perplessità in
molte persone, una perplessità legata al fatto che dietro a questa
parola che ha un prefisso privativo (de-) le persone vedono un
concetto di riduzione, di diminuzione, di povertà, di ritorno indietro e
così via, e non c’è niente di più sbagliato in questo.
Ma
questa concezione non deriva dal fatto che c’è il prefisso privativo
“de-” davanti alla parola crescita, deriva dal fatto che ormai da decine
di anni noi siamo bersagliati e bombardati dall’idea che ogni crescita
sia un fatto positivo, che ogni crescita abbia una connotazione
qualitativa positiva.
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