In una
donna cercano solo conferme delle loro capacità. Per loro sarebbe
perfetta una fidanzata virtuale che non li mette mai in discussione,
come succede nel film Her. Perché hanno il terrore di un
rapporto vero. «Alla base di tutto c’è una completa mancanza di
autostima», dice lo psicoterapeuta Claudio Risé. Che ci spiega perché il
narcisismo (da non confondere con la vanità) è il disturbo più diffuso
del nostro tempo
Un uomo, reduce
da un fallimento sentimentale, trova l’amore in una donna che non
esiste: di lei conosce solo la voce, in quanto è frutto di un sistema
operativo capace di rispondere alle domande che le vengono rivolte, e di
interagire a sua volta. È la trama del film Her, di Spike Jonze,
presentato al Festival di Roma, dove il protagonista maschile, Theodore,
è interpretato da Joaquin Phoenix e la voce computerizzata è quella
sensualissima di Scarlett Johansson che, appunto, resta invisibile per
tutta la durata del film. Theodore s’innamora di quella voce. Ci
fantastica sopra, la sogna, la desidera. Perché la voce è collaborativa,
è malleabile, in pratica è tutto quello che Theodore vuole sentirsi
dire e che gli altri non gli dicono.
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