Questa idea che cambiando l’esistente si
approdi necessariamente al meglio, che andando più in là si diventi
più felici che stando qui, è un vecchio cascame culturale
sopravvissuto all’illuminismo. È una superstizione paesana, e ora
dispositivo retorico di un ceto politico senza prospettive, che
crede di cambiare il mondo cambiando il senso delle parole.
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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49458
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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