Secondo la teoria economica classica, il lavoro era uno dei tre fattori 
fondamentali della produzione, insieme alla terra e al capitale: il 
lavoro, come la terra e il capitale, costituiva patrimonio per chi ne 
poteva disporre, era una fonte di ricchezza. Col progredire delle 
tecnologie produttive il lavoro è divenuto un costo, una componente di 
“conto economico” e non più di “stato patrimoniale”, è qualcosa che va 
limitato, risparmiato, ridotto, e di cui si può volentieri anche fare a 
meno. C’era una volta il lavoro: la FINE DEL LAVORO,
 osservava Jeremy Rifkin nel libro omonimo, è una conseguenza in primo 
luogo della rivoluzione tecnologica che ha cambiato radicalmente 
l’economia mondiale nella seconda metà del ventesimo secolo.
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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".

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