Tempo di vacanze o di autodistruzione di massa?
Tempo di vacanze. Mentre le campagne
ingialliscono e i fiumi si asciugano per il calore di un luglio da
riscaldamento globale, gli aerei si incrociano sopra le nostre teste,
tre vengono e quattro vanno; le coste si affollano, le strade si
intasano, le montagne si popolano come formicai.
Le città
non si svuotano più, ci sarebbero comunque i turisti stranieri a
rimpiazzare gli indigeni. Perché, è ormai evidente, solo gli sfigati
fanno le vacanze nella propria nazione. Gli australiani vengono in Toscana, i toscani vanno in Australia. O in Giappone per una vacanza radioattiva, o negli USA o in Africa o in Brasile
con una capatina magari in Argentina. Più vai lontano da casa tua e
più ti senti “arrivato”. Dove? Tra i fortunati che “possono”. Tra
quelli che non racconteranno, perché nella maggior parte dei
casi non avranno visto né capito nulla del paese dove sono andati e,
se racconteranno, diranno stupidaggini presuntuose, supponendo di aver
capito tutto in quindici giorni o anche solo una settimana da turisti,
tra paccottiglia e foto col cellulare. Ma comunque potranno dire di
essere stati “laggiù”.
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