STUPIDA RAZZA

mercoledì 1 ottobre 2014

La battaglia per l’art. 18: o col capitale o con la Patria

Sono ormai vent’anni e più che in Italia chiunque governi (centrodestra e centrosinistra in egual misura) s’adopera per “liberalizzare” il mercato del lavoro. Lo Statuto dei Lavoratori, ovvero la famosa Legge 300 del 20 maggio 1970, è divenuta sempre più relativa e meno influente. L’art. 18, poi, è stato assurto negli anni a “pietra dello scandalo” alla base di un quotidiano e vieppiù virulento scontro tra quanti ne invocano la soppressione e quanti, al contrario, ne difendono la sopravvivenza a spada tratta. Eppure, più passa il tempo e più diventa chiaro come l’art. 18 sia ormai soltanto e soprattutto un “feticcio”, la cui abrogazione (o conservazione) influirebbe poco o nulla sulle prestazioni e l’efficienza del mercato del lavoro. Pare infatti che a beneficiarne, in Italia, sia ormai una percentuale irrisoria di lavoratori, così come irrisorio sarebbe il numero di casi annui in cui verrebbe appellato ed applicato.
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