Se le
controriforme renziane per conto troika, volte a rischiavizzare il
lavoro dipendente giovanile e senile, fossero state proposte negli anni
settanta, ciò che avremmo letto sui muri di molte città italiane,
scritto con la vernice rossa o con quella nera, è esattamente
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Bei
tempi, quelli evocati, altro che “anni di piombo”, nel cupio dissolvi
del fumo che usciva dalle canne delle pistole! La società era in
movimento, i lavoratori avevano difese invalicabili, i giochi erano
aperti e un discreto numero di persone, per lo più giovani, lottava
convintamente contro il sistema. Non lo faceva solo scrivendo sui muri
con lo spray o tirando il porfido della pavimentazione stradale sulla
polizia, ma anche premendo il grilletto della P38. Autonomi, Nar, tanti
altri gruppi, ma soprattutto le BR, al top dell’organizzazione, delle
capacità militari e dell’ambizione di dare un contributo determinante
alla rivoluzione, spaccando il Pci, disarticolando la Dc e il suo
governo. La voglia di morte, il cupio dissolvi, si fondeva
inesplicabilmente con una voglia di vita diversa e nuova, che
nascondeva una compressa joie de vivre.
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