All'introduzione di un reddito di base dovrebbe 
accompagnarsi quella di un salario minimo. Pubblichiamo un testo 
estratto dall'ultimo libro di Andrea Fumagalli, "Lavoro male comune"
                
                    
                    
                Perché le forze sindacali e non liberiste (queste 
ultime più propense allo smantellamento e alla privatizzazione di ogni 
intervento di welfare) sono perplesse e poco propense a inserire misure 
di reddito di base incondizionato nel proprio programma di governo. Che 
la proposta di un welfare fondato su un unico intervento di sostegno al 
reddito venga ritenuta politicamente inaccettabile dalla classe 
imprenditoriale non stupisce più di tanto, anche se, (….), garantire un 
reddito stabile aiuterebbe la crescita della produttività e della 
domanda di consumo (quindi, in ultima analisi, anche del profitto). Il 
vero problema è che una regolazione salariale basata sulla proposta di 
reddito di base incondizionato (magari unita a un processo di 
accumulazione fondato sulla libera e produttiva circolazione dei saperi)
 mina alla base la stessa natura del sistema capitalista, ovvero la 
necessità del lavoro e la ricattabilità di reddito come strumento di 
dominio e controllo, oltre alla violazione del principio di proprietà 
privata dei mezzi di produzione (ieri le macchine, oggi la conoscenza).leggi tutto:
http://sbilanciamoci.gag.it/Sezioni/italie/Reddito-di-base-il-ritardo-del-sindacato-19258

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