STUPIDA RAZZA

lunedì 16 settembre 2013

La torre di Babele della sinistra

Il dibattito a sinistra su reddito minimo e di cittadinanza. Una risposta critica alle argomentazioni di Marco Bascetta e Piero Bevilacqua, pubblicate sul manifesto
Da più di trent’anni il bisogno di cambiamento sociale subisce continue frustrazioni. Per quale ragione ciò accade? Credo che la risposta sia relativamente semplice: da più di trent’anni ognuno dei brandelli di quella forza che una volta costituiva la cosiddetta sinistra – che a suo tempo si indentificava con il cambiamento necessario – pretende di riuscire ad autoconfermarsi come unica vera forza alternativa, contribuendo a una moderna ripetizione della Torre di Babele. Elenchiamo i soggetti in campo. C’è chi, in continuità col vecchio Pci degli anni ’70, sostiene che solo la crescita potrebbe salvarci; chi, in vaga continuità con i movimenti dissidenti dell’epoca, afferma che a salvarci potrebbe essere non la crescita, ma il suo opposto, cioè la decrescita, magari perseguita in modo “felice”; c’è, inoltre, chi sostiene che l’unico modo di metabolizzare coerentemente i molti cambiamenti intervenuti sarebbe quello della corresponsione di un reddito di cittadinanza; altri, a loro volta, si oppongono a questa prospettiva, affermando che il reddito di cittadinanza instaurerebbe un parassitismo di massa, cosicché occorrerebbe procedere a espandere il lavoro nell’unico modo possibile, cioè con lavori concreti messi in moto dalla spesa pubblica. C’è, infine, chi avanza l’ipotesi che l’unica via d’uscita dalla crisi sia quella della redistribuzione del lavoro fra tutti a parità di salario. Ma essa, nonostante fosse stata chiaramente indicata come via maestra, prima da Marx e poi da Keynes, ha sin qui avuto un ruolo talmente marginale da non riuscire a incidere sul dibattito complessivo.
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 http://sbilanciamoci.gag.it/Sezioni/italie/La-torre-di-Babele-della-sinistra-19244

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