Ho sentito spesso confondere la responsabilità con il sacrificio.
La responsabilità che ognuno ha nei confronti di se stesso consiste
nella capacità di attuare il proprio desiderio, la più intima volontà
personale. Significa riuscire a mettere in pratica parte di ciò che si è
nel profondo, riportare alla luce pezzi di verità indistrutte. Riuscirci vorrebbe dire essere arrivati a conoscere se stessi, come voleva Socrate.
Conoscere se stessi è un imperativo morale vertiginoso e a tratti
catastrofico. Ma se non ci si riconosce, se non si riesce a dissodarsi,
rimuovendo gli ammassi di pietre che ostacolano il passaggio, nel
tentativo (perché può trattarsi solo di un tentativo, così come lo
soffriva Nievo: voglio che la mia vita sia un tentativo, ma un forte,
ostinato tentativo) di attingere alle radici di noi stessi, allora non
sarà nemmeno possibile sapere ciò che si vuole, cosa ci identifica. Potrebbe essere infine questa la responsabilità dell'esistenza, la responsabilità tout court: incarnare il nostro desiderio e dare a esso concretezza, realizzarlo.
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http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=84620&typeb=0&Loid=315&Responsabilita-e-sacrifico
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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