La frase della settimana è indubbiamente 
quella pronunciata da Giorgio Napolitano: “non possiamo non dirci 
liberali”. Non è qui importante ragionare su chi l’ha pronunciata, su 
qual è il suo passato e quale la sua funzione presente. Occorre, invece,
 concentrarsi sulla cosa stessa. E la cosa stessa è presto identificata:
 nell’epoca schiusasi con la data-sineddoche del 1989 e con il trionfo 
della libertà pensata secondo il parametro aziendale libero-scambista, 
il pensiero liberale si è imposto come pensiero unico dominante.
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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45686
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 17 giugno 2013
Il liberalismo di Napolitano
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