STUPIDA RAZZA

martedì 11 giugno 2013

La dittatura dell’inglese

L’uso della lingua inglese è uno dei tanti imperativi a cui ci ha abituato la cosiddetta globalizzazione, ossia il nome pudico e “morbido” con cui ormai la manipolazione organizzata e l’industria della coscienza ci ha abituati a qualificare il monopolio della violenza organizzata capitalistica su scala planetaria. Anche in ciò, si vede nitidamente la contraddizione pienamente dispiegata dell’odierna società globale. Essa coarta i popoli e le culture ad adattarsi all’unico profilo omologato del consumatore e ad assumere la dimensione della produzione e dello scambio come orizzonte unico, assumendo come unica lingua consentita l’inglese operazionale dei mercati, dello spread e del nasdaq. E nell’atto stesso con cui compie quest’esiziale omologazione planetaria, costringendo i popoli e le culture a conformarsi a un unico modello, tesse senza tregua le lodi del pluralismo e del relativismo, del molteplice e del frammentario. Ancora una volta, la situazione è tragica, ma non seria.
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