STUPIDA RAZZA

lunedì 17 giugno 2013

Una società dei consumi a “obsolescenza programmata”

ecco come metterlo nel culo ai consumatori.
Un film, «La cospirazione della lampadina», svela i trucchi con cui i produttori di beni consumo riducono la vita operativa di molti prodotti.
Ci sono un migliaio di persone nel 2001 a Livermore, California, per festeggiare un insolito compleanno. La lampadina della locale stazione dei vigili del fuoco compie un secolo d’ininterrotto servizio e l’evento viene celebrato con tanto di torta, banda e canzoncina d’auguri. Con questo episodio apre “La cospirazione della lampadina”, film franco-spagnolo diretto dalla tedesca Cosima Dannoritzer. Una produzione europea del 2010, ancora attuale nel dibattito sull’individuazione dei possibili percorsi per uscire dalla crisi economica che affligge il continente.
Attraverso la lampadina è descritto come la società moderna si sia sviluppata in modo non sostenibile.
Il tutto ha inizio nel 1924, quando il cartello mondiale dei produttori di lampadine, Phoebus, decide di ridurre la durata della vita dei bulbi a incandescenza da 2.500 a 1.000 ore. Il primo esempio di obsolescenza programmata garantisce ai produttori un evidente beneficio economico, grazie alle vendite che in breve tempo raddoppiano, a cui si contrappone però un maggiore impatto ambientale per la duplicazione dell’uso delle risorse naturali e della quantità di rifiuti prodotti.
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