Al di là della tragedia umana e dei rischi legati al nucleare, come rivedere lo scenario economico mondiale alla luce del catastrofico terremoto giapponese? Prova a dare una risposta l'opinionista Larry Elliott, sulle pagine del Guardian.
Il sisma ha colpito uno Stato in cui il rapporto debito/pil è vicino al 200%. E si tratta di una condizione più comune di quanto possa sembrare: i debiti emersi nel 2007 non sono scomparsi, ma sono stati riversati sul settore pubblico. Il risultato è che gli Stati non sono più in grado di far fronte ai deficit, e non si parla soltanto di Grecia e Irlanda. Il debito pubblico statunitense, che trent'anni fa era di 1000 miliardi di dollari, ora è a quota 13 mila miliardi.
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http://www.valori.it/italian/mondo.php?idnews=3290
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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