“Silvio forever“, la prima alla stampa risente ancora della eco dello stop della Rai alla messa in onda dello spot. La pellicola presentata come la biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi al cinema “Quattro Fontane” di Roma parte proprio con la sequenza filmata che tanto ha infastidito i vertici Rai: un’intervista di repertorio imperdibile alla mamma del Cavaliere, Rosa Bossi. Immagini che, secondo l’ufficio legale della tv di Stato, offenderebbero la memoria della madre del premier. I registi sono Roberto Faenza e Filippo Macelloni, scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, giornalisti del Corsera e autori del best-seller La casta. Il film della durata di 80 minuti realizzato grazie ad una mole enorme di materiale di repertorio su Silvio Berlusconi, ha richiesto un lavoro di montaggio ed editing impressionante. Mai visto. “Sono due anni e mezzo che montiamo e rimontiamo il film – afferma Stella – volevamo fare un film sulla classe politica, un tormentone. Ma gira e rigira, non c’era mai un baricentro. Qual era l’unico baricentro al quale ancorare il tutto? Silvio Berlusconi”. La voce narrante che interpreta Silvio Berlusconi è quella di un bravissimo Neri Marcorè. Un documentario che spiazza in parte i cronisti in sala che si aspettavano forse un film antiberlusconiano tout court. “Silvio Forever non è un docufilm politico” dichiara un po’ infastidito Gian Antonio Stella in risposta alla domanda di un giornalista in platea che gli rimproverava di “non aver avuto abbastanza coraggio”. Autori e registi sgombrano il campo da ogni dubbio a costo di “scontentare il pubblico militante”. “Berlusconi è un personaggio formidabile, da commedia dell’arte”, ha dichiarato Sergio Rizzo. “L’obiettivo del film? Capire come e perché – ribattono gli autori – Berlusconi ha saputo toccare certe corde intime del Paese”. Il lungometraggio prodotto dalla Lucky Red è costato 700mila euro e approderà nelle sale italiane il 25 marzo.
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