STUPIDA RAZZA

venerdì 13 maggio 2022

Gli Usa ordinano, l’Ucraina combatte l’Italia e l’Ue pagano (2,5 miliardi)

 



Qualche giorno fa, in un’intervista a R ep ub b lic a, il segretario del Pd Enrico Letta ha definito ignominiosa l’id ea che in Ucraina ci sia una «guerra per procura», ovvero che gli ucraini stiano combattendo per conto degli Stati Uniti o della Nato. «I protagonisti sono gli ucraini, sono loro che stanno morendo e saranno loro a decidere se e a quali condizioni accettare una soluzione diplomatica». Ovviamente, il segretario de ll’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg si è incaricato subito di smentirlo, correggendo Volodymyr Zelensky, il quale aveva aperto all’id ea di una pace in cambio della cessione alla Russia della Crimea. «La Nato non accetterà mai l’a n n e ssione», ha spiegato, quasi che la penisola occupata da Puti n nel 2014 faccia parte dell’organizzazione e dunque sia compito suo decidere se accettare o meno le decisioni di Kiev o di Mosca. Tuttavia se, nonostante le parole di Stolten be rg , L etta continuasse a ritenere ignominiosa la definizione di «guerra per procura» a proposito del conflitto, il segretario del Pd potrebbe rileggersi l’intervista che Philip Breedlove ha concesso un mese fa a The Argument, il podcast del Ne w York Times. Alla domanda di Jane Coaston, che gli chiedeva se gli Stati Uniti fossero in guerra, Bre e d l ov e, che non è il portavoce di Puti n , ma un ex generale americano che fino al 2016 è stato al comando della Nato, ha risposto secco: «Io penso che siamo in una guerra per procura con la Russia. Stiamo usando per procura gli ucraini come nostre forze». Sì, l’alto ufficiale con 4 stellette ha detto proprio così: stiamo usando gli ucraini per combattere al posto nostro. E alla obiezione della Coa s to n che gli ha chiesto se una guerra per procura può continuare a rimanere tale, sottintendendo il rischio di un coinvolgimento nel conflitto dei Paesi Nato, Bre ed l ove ha detto di ritenere che questo sia il piano corrente e che non ci sia intenzione di cambiarlo. Dunque, con buona pace di L etta , gli Stati Uniti stanno «usando» gli ucraini e la Nato sta combattendo una guerra contro la Russia per procura. La vera ignominia non è dire la verità, come facciamo noi e Bre e d l ove, ma sostenere ipocritamente il contrario e lasciar intendere che siano gli ucraini a decidere e a dettare le condizioni. Come abbiamo visto, non è così. Gli ucraini sono vittime due volte: prima dei russi, che hanno invaso il loro Paese, e poi degli occidentali, che li armano fino ai denti mandandoli a combattere senza però avere alcuna intenzione di sporcarsi le mani e la coscienza. Europa e America, in questo modo, ritengono di averle pulite e di poter continuare nella finzione. Tuttavia, l’asino, anzi gli asini (ossia tutti quelli che si bevono le frottole che vengono diffuse a reti e giornali unificati) cascano quando si fanno i conti. Come abbiamo scritto più volte, la guerra non è gratis, ma si paga in termini di vite umane e di costi. I morti sono ucraini, i soldi invece sono nostri, ovvero dei Paesi europei che sostengono il conflitto. Z el e ns ky, dopo aver fatto appello alla Ue, alla Nato e all’A m erica, ha battuto cassa, dicendo che per resistere alle truppe russe ha bisogno di sette miliardi al mese. Il suo vice si accontenterebbe di cinque, ma se si vuole evitare la capitolazione di Kiev bisogna pagare. Gli Stati Uniti hanno stanziato 33 miliardi, che non si sa se serviranno a comprare nuovi cannoni o a finanziare la ricostruzione. Sta di fatto che per sostenere l’Ucraina impegnata in una guerra per procura - come dice Bre e d l ove - l’A m e r ic a ha messo mano al portafogli. E l’Europa? Finora i singoli Paesi si sono limitati a inviare a Kiev un po’ di fondi di magazzino del ministero della Difesa. Vecchi missili e vecchie mitragliatrici, ma se il conflitto dovesse durare, l’a r m a m e ntario non sarebbe sufficiente. Quindi, la Ue si preparerebbe a staccare un assegno di 15 miliardi di euro, un paio dei quali sarebbero a carico dell’Italia. Tuttavia, tutto ciò potrebbe non bastare, perché se si vuole davvero fiaccare la Russia, o per lo meno pensare di farlo, bisogna disporre l’embargo degli idrocarburi. Germania e Austria paiono orientate a porre il veto sullo stop al gas, ma potrebbero dire sì al divieto di importare petrolio. L’unico Paese che si oppone a questa misura sembra essere l’Ungheria, e per convincere O r bá n la Ue sarebbe pronta a usare il metodo Erdogan, cioè a pagare tre miliardi pur di ottenere il via libera, comprando il consenso. Fatti i conti e sommati gli 800 milioni stanziati per gli aiuti all’Ucraina, la guerra a questo punto ci sarebbe già costata 2,5 miliardi, una spesa che dimostra come anche le regole della finanza pubblica si possano piegare alle esigenze. Basta che Bruxelles o Washington lo desiderino. Se invece a desiderarlo sono i lavoratori con 40 anni di contributi che ambiscono alla pensione, nisba. Eh, già. La libertà ha un prezzo, quella dalla Fo r n ero un altro.

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