STUPIDA RAZZA

giovedì 12 maggio 2022

Il crollo del Nasdaq: dai massimi ha bruciato oltre 5mila miliardi

 

C’è un vecchio adagio molto caro a chi bazzica Wall Street. E dice che i mercati spesso salgono facendo le scale e scendono prendendo l’ascensore. Ecco, in questo momento siamo sull'ascensore, col Nasdaq che in meno di sei mesi (dai massimi del 19 novembre scorso) ha bruciato oltre 5 trilioni di dollari, e società come Amazon, Nvidia, Tesla, Meta, che hanno perso oltre un terzo del loro valore. Negli ultimi giorni la reazione dei mercati alle mosse della Federal Reserve, che nel tentativo di domare l’impennata dell'inflazione ha alzato i suoi tassi di interesse di 0,5 punti, è stata scomposta. Soprattutto dopo che Powell ha spiegato che ulteriori rialzi «saranno sul tavolo» in occasione dei «prossimi due direttivi», in calendario a metà giugno e a fine luglio. Un fatto che ha rinforzato un trend negativo che, già da inizio anno, si ciba delle preoccupazioni sulla crescita globale e del rallentamento della Cina, oltre che degli effetti dell’invasione russa in Ucraina. Secondo i dati riportati dal Financial Times, 8 trilioni di dollari sono stati spazzati via dal mercato azionario statunitense da inizio anno, con gli hedge fund e altri investitori che hanno tagliato le loro posizioni. E a pagare il sell off più pesante, oggi, sono le Big Tech, a conferma di come i mercati rialzisti non siano infiniti.Gli ultimi due anni erano stati piuttosto eccitanti per gli investitori. Il Nasdaq era cresciuto oltremodo, spinto da una pandemia che ha trasformato il digitale in una necessità, prim’ancora che in un’opportunità. Tecnologia di consumo, eCommerce, social networking, home working: tutti segmenti spinti con forza dalle misure restrittive per fermare il contagio. Adesso, però, il sogno tecnologico sembra messo a dura prova dal trend ribassista. E i dati sono una mannaia. Dal 19 novembre 2021, quando il Nasdaq volava a oltre 16.500 punti base facendo registrare livelli record, oggi l'indice ha perso circa il 25% del suo valore. A perdere terreno sono le big che in questi ultimi anni avevano fatto registrare tassi di crescita formidabili. La capitalizzazione di mercato di Amazon, dal 19 novembre 2021, si è ridotta di 765,6 miliardi, con il gigante di Jeff Bezos che ha perso il 41% del suo valore. Di miliardi ne ha bruciati 595,7 Microsoft, con una perdita superiore al 22%. Anche il fenomeno Tesla si è piegato al trend ribassista, perdendo 333,3 miliardi di market cap (-31%), e abbandonando così il club delle trillions dollars company, nel quale resistono Apple, Amazon, Saudi Aramco e Alphabet. A proposito di Apple, che rimane la società con maggior capitalizzazione al mondo: da 19 novembre 2021, il gigante di Cupertino ha perso 172,1 miliardi di market cap, e questo l'ha allontanata dal traguardo dei 3 trilioni di capitalizzazione che a inizio 2022 sembrava vicinissimo. In termini percentuali, tuttavia, la situazione di Apple sembra la meno compromessa, con una perdita del 5%, contenuta dai forti guadagni di fine dicembre e inizio gennaio. Aria decisamente più pesante in casa Meta. La società di Mark Zuckerberg ha pagato a caro prezzo i dati della trimestrale presentati a febbraio 2022, che hanno decretato il primo storico calo di utenti su Facebook. E oggi perde oltre il 43% del suo valore (370 miliardi) da novembre scorso. In termini percentuali, il tracollo di Meta è secondo solo a quello di Nvidia, che perde il 47%. Ha fatto peggio Coinbase, che complice la volatilità del mondo cripto, ha perso oltre l'80% del suo valore.

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