STUPIDA RAZZA

giovedì 19 maggio 2022

La scomoda verità di Berlusconi sull’U c ra i n a

 

 L’altra sera, a Treviglio, Silvio Berlusconi ha detto quello che tutte le persone assennate pensano: se vuoi la pace non puoi riempire l’Ucraina di armi, perché altrimenti ti prepari alla guerra. Intendiamoci: si può anche decidere di partecipare a un conflitto contro u n’aggressione che si ritiene ingiustificata e vigliacca; tuttavia, bisogna avere l’onestà di dirlo con chiarezza e di spiegarlo agli italiani, senza giocare con le parole e senza furbizie tipo quelle dei pagamenti in euro che magicamente si trasformano in rubli. Sì, lo ammetto, il Cavaliere ha un pregio che altri politici, di destra e sinistra, non hanno: sull’i nva s io n e dice in pubblico ciò che pensa, mentre altri, pur pensando le stesse cose, non hanno il coraggio di parlare fuori dai denti. Sarà perché il leader di Forza Italia ne ha viste tante, sarà perché è sempre stato un p o’ politicamente scorretto, ma al momento è l’u n ic o che ha fatto un discorso politico e non si è fatto trasportare dai guerrafondai da salotto. A differenza di ciò che ha scritto il Corriere della Sera nella sua edizione di ieri, B e rlu s c o n i non ha giustificato Puti n , ma anzi si è dichiarato deluso dal comportamento del presidente russo. Il Cavaliere non si è messo a spiegare che la guerra poteva essere evitata se soltanto qualcuno avesse fatto qualche cosa prima che i carri armati russi varcassero il confine ucraino. Né ha sostenuto che la Nato è stata troppo aggressiva e ha sbagliato ad allargare ad est la propria zona di influenza. No, il leader di Forza Italia questi argomenti non li ha neppure sfiorati e dunque è difficile sostenere che abbia anche lontanamente cercato di trovare una ragione che consentisse l’i nva s io n e. Semplicemente, si è limitato a dire quello che nel nostro piccolo scriviamo dalla fine di febbraio, ovvero che se mandiamo le armi agli ucraini siamo in guerra anche noi, non solo l’e s e rc ito di Kiev. Se spedisci cannoni e armi pesanti partecipi a un conflitto anche se i tuoi soldati non hanno sparato un colpo e solo un ipocrita può sostenere che non sia così. Ma la parte più interessante dell’intervento di B e rlu s c o n i non riguarda ciò che è stato in questi mesi, bensì ciò che sarà nei prossimi, e cioè come si esce dalla situazione in cui Putin per primo, ma anche alcune scelte dei leader europei ci hanno ficcato. Ovvero: come si fa la pace e come si evita che le industrie rimangano senza gas, l’inflazione superi il 10 per cento (la previsione è del governatore della Banca d’Inghilterra) e l’intera eurozona precipiti in una recessione dalla quale farà fatica a risollevarsi. Le parole del Cavaliere da questo punto di vista sono la parte più interessante del discorso: «Non abbiamo veri leader nel mondo, non li abbiamo in Europa. Un leader mondiale che doveva avvicinare Puti n al tavolo gli ha dato del criminale di guerra (sembra alludere a Jo e Bid e n , ndr), gli ha detto che doveva andare via dal governo russo e finire in galera (…). Capite che con queste premesse il signor Pu - ti n è ben lontano dal sedersi a un tavolo». In effetti, difficile dargli torto: se vuoi trattare con uno non gli puoi dire che lo vuoi morto o rinchiuso in galera. Magari lo puoi pensare e forse anche sognare come esito finale, ma se vuoi trattare queste parole non sono certamente distensive. Il Cavaliere poi ha continuato guardando in casa nostra: «Avremo forti ritorni delle sanzioni alla Russia sulla nostra economia, già si è fermato lo sviluppo, ma ora ci sarà anche una diminuzione del Pil». E non solo: «Ci saranno danni ancor più gravi in Africa perché nei porti dell’Ucraina sono ferme tonnellate di grano e mais. In Africa non hanno più la possibilità di fare il pane ed è possibile che ci siano ondate di profughi». Non voglio attribuirmi meriti, ma le frasi del leader di Forza Italia sembrano prese direttamente da uno dei tanti editoriali sulla guerra che abbiamo pubblicato negli ultimi due mesi. Siamo state infatti tra le pochissime voci, anzi forse l’unica, a schierarci senza se e senza ma contro l’i nv io delle armi e ci siamo presi insulti dalla grande stampa per aver detto che era indispensabile una trattativa che facesse tacere i cannoni. Qualcuno ci ha risposto che era immorale invocare un negoziato. Anzi, ci siamo sentiti definire pacifisti cinici, pronti alla resa sulla pelle degli ucraini. A dire il vero, c’è anche chi si è spinto oltre il limite, accusandoci di essere diventati putiniani. Ora, a dire le stesse cose che abbiamo scritto noi è l’uomo che tre nt’anni fa, per fermare i comunisti e in nome della libertà, scese in campo. Ed è la stessa persona che a Pratica di Mare fece sottoscrivere un accordo fra Nato e Russia. Diranno che anche lui si è venduto all’ex agente del Kgb? E i politici di destra e sinistra (anche del Pd), gli imprenditori grandi e piccoli, che in privato mi ripetono che regalare missili a Kiev è una follia, avranno il coraggio di dire ciò che pensano in pubb l ic o?

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