Una grave siccità sprofonda l'Argentina in una pesante crisi economica. Inflazione al 100%. Allarme mondiale per la soia. La Borsa di Rosario ha ridotto le previsioni per il raccolto a 27 milioni di tonnellate, rispetto ai 47 milioni previsti all’inizio del ciclo produttivo in agosto: è la più bassa produzione da inizio secolo.La più grave siccità degli ultimi sessant’anni sta facendo sprofondare l’Argentina in una pesante crisi economica: i raccolti scarsissimi di cereali sono un duro colpo per un Paese che è il primo esportatore di soia lavorata e il terzo esportatore di mais del mondo. Il tasso di inflazione sull’anno è arrivato al 103% (tanto che la Banca centrale, dopo avere lasciato invariato per mesi il tasso di riferimento al 75%, sta ora valutando un rialzo), l’impatto della siccità sulla crescita del e sui conti pubblici sarà pesante. E solo l’accordo raggiunto con il Fondo monetario internazionale ha permesso al presidente Alberto Fernandez di allontanare, almeno per ora, i timori di un nuovo default. La Borsa dei cereali di Rosario stima che le condizioni di estrema siccità ridurranno il Pil nel 2023 di almeno 19 miliardi di dollari e almeno tre punti di Pil, ma se non piove la situazione potrebbe aggravarsi. «È una fase drammatica per l’Argentina, per le conseguenze della siccità sull’economia nazionale, sulle esportazioni e sulle entrate di valuta estera», dichiara Luis Zubizarreta, responsabile della Camera dei porti per l’industria della soia. «Il flusso di cereali negli scali marittimi - dice - è ai minimi storici perché non c’è merce». Nei suoi piani, il governo del peronista Fernandez ha fatto affidamento su una crescita del 2% che è già svanita, gli analisti concordano nell’indicare per il 2023 una recessione del 3%. Nel bilancio verranno a mancare almeno 2,3 miliardi di dollari di entrate fiscali legate alle esportazioni, determinanti per arginare la sofferenza sulle riserve in valuta estera. Su soia e mais, come sul grano e sugli altri cereali, non si registrano particolari tensioni sui mercati internazionali: ieri a Chicago i semi di soia erano quotati a 14,85 dollari per bushel, in calo rispetto ai 16,50 dollari di un anno fa. Sui prezzi incidono i raccolti molto positivi annunciati dal Brasile e dagli Usa (Paesi con grandi estensioni coltivate nei quali la siccità in una regione è compensata dai raccolti di un’altra), e ancora di più pesa la difficile congiuntura globale. Ma per l’Argentina la mancanza di piogge e di acqua, che si protrae da quasi un anno, è già una catastrofe, aggravata dal riscaldamento globale che ha portato nel Paese otto ondate di caldo estremo in pochi mesi. La Borsa di Rosario ha ridotto le previsioni per il raccolto di soia a 27 milioni di tonnellate, rispetto ai 47 milioni previsti all’inizio del ciclo produttivo in agosto: è il livello più basso del secolo, nonostante sia aumentata di molto la superficie coltivata. Tagliate anche le previsioni per il mais a 35 milioni di tonnellate, rispetto ai 55 milioni di agosto. «Siamo di fronte a un evento climatico senza precedenti, devastante per la nostra agricoltura e per la nostra economia: siamo al terzo raccolto fallimentare e se non piove i dati saranno ancora più drammatici», spiega Julio Calzada, responsabile della ricerca economica della Borsa di Rosario, aggiungendo che «gli agricoltori stanno affrontando perdite per 14 miliardi di dollari e 50 milioni di tonnellate in meno di produzione di soia, mais e grano». Anche l’Fmi ha riconosciuto «le eccezionali condizioni determinate dalla siccità che ha colpito il Paese», concedendo al governo argentino maggiore flessibilità sugli obiettivi fissati all’interno del programma di ristrutturazione del debito da 44 miliardi di dollari. La missione di pochi giorni fa a Buenos Aires dovrebbe avere sbloccato una tranche di aiuti per 5,3 miliardi di dollari per l’Argentina, che dopo il nono default della sua storia, nel 2020, ha di fatto perso l’accesso ai mercati finanziari. «Le sfide di una siccità sempre più grave rendono necessario un pacchetto di interventi più forte per salvaguardare la stabilità macroeconomica, affrontare l’aumento dell’inflazione e superare le recenti battute d’arresto», ha tuttavia dichiarato Luis Cubeddu, capo della missione dell’Fmi in Argentina. In un anno proiettato sulle elezioni di fine ottobre, non sarà facile ritrovare stabilità politica ed economica: i guai provocati dalla siccità si sommano a un’inflazione insostenibile in un Paese nel quale quasi il 40% della popolazione vive in povertà. I peronisti di Fernandez e la coalizione conservatrice dell’ex presidente Mauricio Macri faticano anche a trovare un candidato comune. Mentre sale il consenso di Javier Milei, l’outsider che si ispira (anche lui) a Donald Trump e propone di sconfiggere l’inflazione sostituendo il peso con il dollaro Usa come valuta nazionale.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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