STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 marzo 2023

«Banche, pronti ad altre garanzie»

 

Le Borse europee chiudono in rialzo con il Ftse mib al +2,56% e l’Euro stoxx 50 che guadagna l’1,54%. Bene anche il Dax di Francoforte al +1,77%, l’Ibex spagnolo al +2,55% e lo Swiss market al +1,4%. La tensione sul sistema bancario sembra dunque essersi stemperata dopo il fallimento della Silicon valley bank, della Signature bank e il terremoto di Credit Suisse che si è concluso con il matrimonio con Ubs. Le diverse Banche centrali sono intervenute in modo tempestivo per scongiurare il panico e hanno anche deciso di monitorare la situazione più da vicino immettendo nuova liquidità nel sistema per garantire un porto sicuro alle banche e sperando, nel contempo, di calmare l’agitazione degli investitori. Ieri il segretario al Tesoro statunitense, Janet Yellen, ha precisato che le azioni intraprese delle autorità statunitensi la settimana scorsa hanno avuto come obiettivo quello di arginare i problemi di liquidità del settore e che si potrà fare di più fornendo ulteriori garanzie sui depositi se la situazione lo richiederà: «Le misure che abbiamo adottato non erano mirate ad aiutare specifiche banche o classi bancarie. Il nostro intervento era necessario per proteggere il più ampio sistema bancario statunitense, e azioni simili potrebbero essere giustificate nel caso in cui istituti più piccoli dovessero subire un deflusso di depositi con il rischio di contagio». L’ex presidente della Fed ha poi assicurato che il sistema bancario a stelle e strisce «rimane solido» e che siamo in una «situazione diversa dal 2008, nel 2008 era una crisi di liquidità adesso stiamo piuttosto assistendo a una contagiosa corsa agli sportelli». Ma non solo, perché 15 anni fa molte istituzioni finanziarie erano sotto stress a causa dei titoli subprime e «noi non vediamo questa situazione oggi nel sistema bancario» ha aggiunto la Yel l e n . La situazione si sta calmando e «la Fed facility e lo sportello di sconto stanno funzionando come previsto per fornire liquidità al sistema bancario. I deflussi aggregati di depositi dalle banche regionali si sono stabilizzati». Una delle banche più in difficoltà del settore, la First republic, salvata la scorsa settimana con un piano di aiuti di 30 miliardi di dollari messi in campo da un consorzio formato da 11 banche statunitensi, ieri in apertura di Borsa ha visto salire i suoi titoli del 33%. Questo anche grazie alla notizia che l’amministratore delegato di JPMorgan Chase, Jamie Dimon , sarebbe alla guida del consorzio di banche che stanno discutendo di un piano per stabilizzare l’istituto californiano. La stabilità finanziaria delle banche americane tornerà protagonista oggi, dopo le decisioni della Fed sui tassi di i nte re s s e. In Europa dopo lo scossone svizzero la situazione sembra essersi assestata: «La crisi del Credit Suisse non ha avuto un impatto significativo sulle posizioni di raccolta e liquidità delle banche ( d ell ’Eu rozona, nd r) », ha spiegato ieri il responsabile della vigilanza bancaria Bce, Andrea Enria, alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento Ue, ribadendo anche come in «questo periodo di turbolenza il lato delle passività delle banche europee è rimasto molto stabile. Quindi questo significa che al momento abbiamo una forte fiducia dei depositanti delle banche europee». Nel complesso, ha concluso En ria , il settore bancario dell’Eurozona ha dato «prova di una grande capacità di tenuta allo choc macroeconomico indotto dalla guerra, persino più di quanto da noi stessi atteso sulla base dell’analisi di vulnerabilità pubblicata a maggio 2022», ma questo non significa che lo choc macroeconomico sia terminato. Se le spinte inflazionistiche dovessero persistere, «il necessario processo di serrata normalizzazione della politica monetaria potrebbe a sua volta incidere sui portafogli e sulle linee di business di specifiche banche, comportando molteplici sfide e generando potenzialmente vincitori e vinti».



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