STUPIDA RAZZA

martedì 21 marzo 2023

La Lagarde segue i suoi amati schemini Pazienza se portano dritti nel burrone

 

Con i tassi di interesse della Banca centrale europea al 3,5%, secondo la Fabi, il sindacato di chi lavora in banca, i mutui a tasso fisso sono raddoppiati, dall’1,8% sono passati al 4%, i mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8% dallo 0,6% del 2021. Tradotto   in quattrini, per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è salita da 160 euro a 825 euro per un gigantesco +24%. E la Bce ha fatto capire che non finisce qui, cioè è probabile che i tassi aumentino ancora, anzi, è quasi certo. Per le famiglie gli effetti sono in molti casi catastrofici, 600 euro circa in più al mese da pagare significa metterle in condizione di non poter pagare il mutuo oppure, per riuscirci, vivere una vita grama (facendole scivolare sotto la soglia della povertà ass o luta) . Per le imprese, invece, significa limitare gli investimenti per fidi con tassi insostenibili anche per loro, con conseguenze amare per la produzione e per l’occupazio - ne, cioè con un incremento della disoccupazione. Tutto questo sotto la guida della presidente della Bce, madame Christine Lagarde che in italiano si chiamerebbe Cristina Laguardia ma purtroppo non è lei che fa la guardia ai nostri interessi, dei quali sembra non essere interessata un granché - detto male, se ne fotte -, ma siamo noi che dobbiamo tenerla di guardia perché, preoccupandosi solo dell’i nflazione, non ci procuri invece un infezione tale da aver bisogno, più che della Laguardia, dell’intervento della Guardia medica o direttamente di una guardia dello spirito che ci amministri l’estrema unzione. Ma perché nonostante gli effetti avversi della sua politica continua imperterrita nella sua politica di rialzo dei prezzi. Perché sembra costretta dentro uno schemino mentale da primo anno di università dove si impara che l’in - flazione si combatte alzando il costo del denaro così vengono presi meno soldi in prestito da famiglie e imprese, cala la moneta circolante, in giro, con l’obiettivo di ridurre i consumi di beni e servizi che, a sua volta, dovrebbe indurre le imprese a rivedere i prezzi al ribasso. Schema ineccepibile, ma solo teoricamente perché poi va adattato alle diverse situazioni e questa che stiamo vivendo, almeno in Italia - ma non solo - richiederebbe una politica monetaria diversa (oltre ad una politica egualmente diversa della Ue) perché questa è sbagliata. Ma Laguardia ragiona come quel chirurgo che, all’uscita della sala operatoria indossando ancora il camice e il cappellino verdi e i guanti bianchi, dice ai parenti: «Intervento perfettamente riuscito, il paziente è morto». La chirurga Laguardia potrebbe dire lo stesso, tra non molto, dell’economia europea. A partire dall’Italia. Del resto prima di toccare a noi subirne scelte sbagliate lo ha fatto dal Fondo monetario internazionale imponendo, assieme alla banca mondiale, politiche economiche e riforme ai Paesi in via di sviluppo indipendentemente dalle loro diverse situazioni e portandoli sull’o rl o del fallimento. La Laguardia sbaglia perché questa non né un’inflazio - ne da domanda di beni e servizi eccessiva che induce le imprese ad alzare i prezzi provocando l’inflazione, né da rialzo dei salari cioè due tipi di inflazioni che tendono a far spendere di più alle famiglie e a far alzare i prezzi dei prodotti alle imprese che si trovano di fronte ad una domanda che le induce a ritenere che ci sia disponibilità di comprare e quindi che si possano alzare i prezzi. Qui non c’è da alzare il costo del denaro per far consumare di meno perché i consumi son già in grande sofferenza, come rilevato da tutti gli istituti di ricerca. Forse la Laguardia non ha il tempo di documentarsi, ma poi chissenefrega degli studi che descrivono la realtà, l’importante è l’applicazione beota del modellino e via coi rialzi dei tassi. Certo che non si poteva continuare a tenerli a zero come fatto per ridare fiato nella crisi del Covid, ma arrivare da zero al 3,5 in sette mesi è follia pura. Est modus in rebus, dicevano i latini: c’è modo e modo di fare le cose. Il suo è sbagliato. Radicalmente sbagliato. Questa è un inflazione da costi energetici e delle materie prime e non siamo in presenza di un Pil che si sviluppa al galoppo, ma da lumaca. I costi, naturalmente, si ripercuotono sui consumatori attraverso i prezzi che aumentano perché sono aumentate le materie prime e le energie per le imprese e per le famiglie, contemporaneamente. Allora la Laguardia - che sembra una sentinella che fa il turno di notte e che si è addormentata - per combattere l’in f la zion e da costi ha pensato bene di aumentarne uno: quello del denaro preso a prestito andando ad appesantire ulteriormente famiglie e imprese. Risultato: le famiglie hanno meno soldi da spendere per consumi, le imprese meno possibilità di investire (costando troppo il denaro da prendere in prestito). Chiedo, ma è così difficile c api rl o? L’unica cosa che c’è da augurarsi è che i costi energetici calino e così le materie prime, cioè che ci pensi il mercato. Ma allora cosa ci stanno a fare le istituzioni europee economiche e monetarie? Poveri noi con Laguardia che non guarda alla realtà - che evidentemente non conosce - e guarda lo schemino sul libro di testo del primo esame che ha sostenuto all’università. La Laguardia la realtà non la guarda.

Nessun commento:

Posta un commento