STUPIDA RAZZA

venerdì 3 marzo 2023

«Le materie prime sempre più care per colpa delle ecopolitiche dell’Ue»

 

«Rimodulare le politiche climatiche rappresenta un passaggio necessario sia per affrancarsi da una pericolosa dipendenza su metalli e gas nei confronti di Pechino ma sia anche per allentare la crisi inflazionistica». Con queste parole Gianclaudio To rl i z z i , fondatore di T-Commodity, ieri ha stroncato le scelte Ue durante u n’audizione congiunta delle commissioni Commercio internazionale e Mercato interno del Parlamento europeo degli esperti del settore. Un intervento che ha messo in luce gli errori del Green deal spinto da Ursula von der L eye n , che aumenterà la nostra dipendenza dalla Cina e sosterrà la corsa dei prezzi delle materie prime, non legata solo alla guerra in Ucraina. Infatti il primo shock al sistema economico globalizzato è arrivato con Covid e lockdown: l’immissio - ne di un’enorme liquidità nei mercati ha innescato un «ciclo rialzista delle commodities», che erano in fase ribassista dal 2010/2012, ha esordito Torliz - zi. Ma anche se, dopo i rialzi dei tassi, ora i prezzi delle materie prime hanno iniziato a raffreddarsi rispetto ai picchi massimi toccati nelle prime fasi del conflitto, sarebbe un errore pensare che la tendenza si sia invertita. «È lecito», ha spiegato l’esperto, «ritenere come la discesa dei prezzi nel secondo semestre 2022 non rappresenti altro che una pausa all’interno di un superciclo rialzista delle materie prime e dell’energia. E questo non solo in ragione delle attese di riaccelerazione dell’economia cinese. Ma soprattutto in ragione del deficit derivante dall’implementazione delle politiche climatiche. Politiche che, ruotando esclusivamente su l l’elettrificazione, comportano un forte aumento dei consumi di acciaio e metalli». In sintesi, «il Green deal rappresenta un driver rialzista dei prezzi delle commodities non solo perché comporta un forte aumento dei consumi di metalli necessari per accelerare il processo di elettrificazione ma anche perché disincentiva gli investimenti in capacità produttiva che saranno ancora necessari». A pesare, poi, anche i prezzi dei certificati di emissione di CO2 in favore dei settori energivori. «Proprio il raggiungimento del prezzo della CO2 intorno ai 100 euro/t è uno dei driver che contribuisce a mantenere il prezzo dell’e l ettr ic i tà in Francia, Germania e Italia sopra i 100 euro MWh»: una politica che incentiva la fuga delle aziende dal Vecchio cont i n e nte. Ma i problemi provocati dalla transizione non si fermano qui: le tecnologie verdi aumenteranno esponenzialmente la nostra dipendenza dalla Cina, politica autolesionistica come ha mostrato la crisi del gas. Tanto più che Pechino si sta avvicinando e Mosca mentre i rapporti con gli Usa, fra dazi e sostegno a Taiwan, sono sempre più tesi. Da questo punto di vista, la dipendenza dal Dragone per terre rare e metalli necessari all’elettrificazione è pressoché totale sia per l’estrazione, sia per la raffinazione. Le forniture, ha sottolineato To rl i z z i, sono concentrate «in Cina sia direttamente come nel caso delle terre rare e della grafite ma sia anche indirettamente. Con una quota di mercato superiore al 60%, la Repubblica Democratica del Congo (Rdc) domina la produzione di cobalto seguita dall’Indonesia. Tuttavia, le società cinesi ora possiedono 15 delle 17 miniere di cobalto nella Rdc e controllano il 97% delle forniture indonesiane. Anche nel nichel, la Cina mantiene una posizione di leadership, incidendo circa per il 45% dell’offerta globale di miniere di nichel attraverso la sua proprietà delle operazioni in Indonesia». E mentre noi ci dissanguiamo per seguire il mantra emissioni zero, Pechino sfugge all’inflazione grazie al «massiccio utilizzo del carbone come fonte energetica. Gli enormi sforzi che oggi dunque vengono richiesti a imprese e famiglie europee rischiano di finire completamente vanificati dalla politica energetica cinese», sottolinea To rl i z z i . Un approccio meno ideologico e più pragmatico è quindi d’obbligo perché «è in ballo il futuro dell’Eu ro pa » 

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