STUPIDA RAZZA

sabato 18 marzo 2023

Credit Suisse corre a Zurigo col salvagente della Bns

 

Dopo la bufera del giorno precedente, l'intervento della Banca nazionale svizzera ha favorito ieri la tregua attorno al Credit Suisse. Il titolo della seconda banca elvetica alla Borsa di Zurigo è risalito del 19%, a 2,02 franchi, dopo la caduta del 24% del giorno prima. L'indice elvetico Smi ha chiuso a +1,9%. La quotazione del CS resta molto bassa e i timori di molti investitori sulle prospettive dell'istituto non sono scomparsi, ma il recupero di ieri ha allentato le tensioni, con riflessi positivi anche per l'intero settore bancario e per altre piazze borsistiche. La BNS ha garantito a Credit Suisse un prestito sino a 50 miliardi di franchi (50,7 miliardi di euro); l'istituto elvetico ha affermato che utilizzando 39 miliardi sarà in grado di rafforzare a scopo preventivo e con effetto immediato i suoi parametri di liquidità. La banca rossocrociata ha inoltre annunciato il riacquisto di titoli di debito per un ammontare complessivo vicino ai 3 miliardi di franchi, un passo che mira anche a mostrare solidità e a recuperare fiducia presso gli investitori. Per il ceo della banca, Ulrich Körner, «queste misure dimostrano le azioni decisive intraprese per rafforzarci». Credit Suisse è una banca sistemica per la Svizzera, seconda per dimensioni solo alla Ubs, e il Consiglio federale, cioè il Governo nazionale elvetico, ieri ha dedicato una riunione speciale alla situazione dell'istituto, al termine della quale non ci sono stati però annunci. Nel mezzo della bufera dell'altro ieri il vertice di Credit Suisse ha ripetuto le affermazioni sulla solidità della banca, senza però riuscire a fermare la caduta del titolo, sceso durante le contrattazioni ai minimi di sempre, a 1,5 franchi. Nella tarda serata erano poi intervenute la Banca nazionale svizzera e la Finma, l'autorità elvetica di vigilanza sui mercati, da un lato riaffermando la solidità di Credit e dall'altro però mettendo liquidità della Bns a disposizione della banca. Ad accendere la miccia della caduta in Borsa dell'altro ieri è stata l'affermazione del presidente della Saudi National Bank, singolo maggior azionista del CS dopo il recente aumento di capitale, sul fatto che la banca saudita non intende fornire ulteriori mezzi all'istituto elvetico. Al di là di questo, Credit Suisse è nel mirino degli investitori ormai da molti mesi. Coinvolta in una serie di investimenti sbagliati, in particolare quelli legati all'angloaustraliana Greensill e al fondo americano Archegos, la banca elvetica ha registrato nel 2022 una perdita di 7,3 miliardi di franchi. Dopo i rovesci degli ultimi anni, Credit Suisse ha effettuato ricambi al vertice e ha iniziato una ristrutturazione, con tagli a costi e strutture e con ricentramento attorno alla gestione di patrimoni e una minore presenza nell'investment banking. 

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