STUPIDA RAZZA

lunedì 20 marzo 2023

Impariamo la lezione della pandemia o con il «green» saremo da capo

 

Quale grande lezione per questa generazione è stata la pandemia. Ora che le nuvole si stanno diradando, che la polvere si deposita, stiamo prendendo atto che la mole enorme di dettagli, dati, dichiarazioni, provvedimenti, appelli all’autorità, appelli alla scienza, appelli alla responsabilità, campagne vaccinali, pensose riflessioni sulla nuova vita «in remoto» che il Covid ha prodotto, tutta questa roba, le centinaia di ore di talk show a pendere dalle labbra di un tizio che diceva che con la terza dose la protezione sarebbe stata di cinque o magari dieci anni, tutto questo immenso materiale serviva per creare rumore di fondo. Nei messaggi che si mandavano tra di loro, politici ed esperti, le questioni erano sempre le stesse: tenere buona la gente, dire che c’è pericolo, dire che i vaccini sono la salvezza e poi via verso la nuova dirompente novità da buttare nei media. Un continuo calcio al barattolo nell’atte - sa che la pandemia finisse per esaurimento, come sempre, come tutte le pandemie. Messa così in effetti non era facile per nessuno mantenere la lucidità di capire cosa fosse giusto fare e cosa sbagliato, chi mentiva e chi diceva la verità, perché quando si mente «a fin di bene», signori miei, più si mente e più bene si fa. I misteri rimarranno per sempre, come sempre, nessuno saprà mai spiegare perché ci si è rifiutati di curare le persone come nessuno spiegherà mai come è stato possibile somministrare al mondo un farmaco a patto di sollevare da ogni responsabilità chi l’ha prodotto, ecco perché «complottista» è solo un modo invidioso di definire qualcuno più sveglio di te. In Germania il ministro della Sanità, Karl L aute r bach , ha posto fine, anche se i media italiani hanno fatto finta di non accorgersene, all’a n n osa diatriba tra «vaccinisti» e «no vax» una volta per tutte: considerando gli ultimi dati ufficiali a disposizione del governo tedesco si possono stimare effetti avversi gravi nella misura di una dose ogni 10.000 e chissà se questa volta basterà l’auto revolezza di un ministro del Paese-guida dell’Unione europea, supervaccinista e di sinistra, a convincere gli esperti che non è stato «come prendere l’a s pi r i n a » . Già, perché quando, nel luglio 2022, L aute r bach d i sse cose analoghe fu tutto un  fiorire di esperti che dicevano che non era vero, che i dati erano incompleti, addirittura che «si è sbagliato a leggere». Ma chi se ne frega se si è sbagliato a leggere o se vi siete sbagliati voi su tutto sempre sin dall’inizio, è tutto rumore di fondo. Il fatto è che gli effetti avversi esistono e sono in misura mai considerata accettabile in precedenza, il fatto è che l’eccesso di mortalità esiste, il fatto è che se i morti a causa del vaccino in Italia sono settanta, settecento o 5.000, sono comunque sempre troppi, perché stiamo parlando di un vaccino che non impediva il contagio, imposto in maniera obbligatoria e sostenuto dall’i ntroduzione di un lasciapassare per lavorare. Non c’è tanto da discutere sui dettagli, si è scelto di fare cose socialmente inaccettabili e spesso inutili dal punto di vista sanitario, tutto il resto è rumore di fondo, tutto il resto sono banchi a rotelle. La politica ha creato scientemente scontro sociale e divisioni non più rimarginabili del tessuto civile in nome di una visione razzista e comicamente semplicistica delle persone: chi obbedisce è buono e chi non obbedisce non ha ragioni, non ha motivi, non ha giustificazioni, semplicemente è un essere inferiore e va discriminato, «bisogna causargli disagio fisico e mentale». stiche è lenta, l’al la rm e non scatta, il piano pandemico, menzionato en passant nella task force di S p era n za da Giuseppe Ippolit o, dello Spallanzani, rimane nel cassetto. I numeri, però, parlano chiaro. Solo le dimissioni per polmonite, bronchite e insufficienza polmonare o respiratoria, in Lombardia, passano dalle 52.767 del 2018 alle 54.764 del 2019, con un aumento marcato a dicemb re. Per l’ennesima volta, ciò che emerge dalle carte della Procura di Bergamo (purtroppo) conferma ciò che da tempo sosteniamo. E cioè che la vera emergenTroppo tardi per le scuse di questi giorni, si è trattato di ipnosi di massa: ho fatto tre dosi e ho ripreso il Covid per la terza volta per colpa dei non vaccinati. Ciò a cui abbiamo assistito nei due anni di pandemia è la perfetta rappresentazione di come il potere gestisca le masse, mai nella storia se ne era data una rappresentazione così chiara e inequivocabile. E gli stessi schemi, le stesse modalità, gli stessi metodi vengono utilizzati per le iniziative «green», per il «climate change», per «il mondo che finirà tra quattro anni», per i pugili maschi che decidono di fare pugilato femminile. Il peggiore degli errori che possiamo fare ora sarebbe non comprendere come la lezione che il Covid ci ha impartito non sia stata sanitaria ma politica, non sui farmaci ma sulla gestione del potere attraverso i media digitali. Se ce ne dimenticassimo il Covid sarebbe passato invano.

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