Chi pagherÀ per social network tutti uguali?
social non se la passano
benissimo. Almeno da un
punto di vista creativo. Si
assomigliano sempre di più, è
come andare in quei locali in
centro di Milano che sembrano
arredati dalle stesse persone. Da
alcuni anni, c'è una corsa al
centro come si dice in politica
cha rende un po' tutto piatto e
noioso. Dove tutti si copiano a
vicenda. le Stories nascono su
Snap che è il social network di
Snapchat arrivano su Instagram
ma esplodono su TikTok che si
inventa un format di video brevi
che contagia un po' tutti. Il
successo del social cinese dei
balletti è diventato in
brevissimo tempo il motore
immobile che ha travolto tutti.
Ha influenzato YouTube che è
corsa a inventarsi gli Shorts,
Instagram ha risposto con i
Reels e recentemente pure
Spotify che video non ne ha si
“tiktokkizzata” nell'interfaccia.
L'obiettivo per la piattaforma di
streaming musicale sembra
essere quello di spingere gli
utenti a uscire dall'algoritmo e
indirizzarli verso nuovi
contenuti come podcast e
audiolibri, su cui Spotify ha
investito. La ricetta di design
sembra quella di puntare sullo
scorrimento verticale a schermo
intero. Si usa il pollici e non si
smette di accarezzare dall'alto
verso il basso lo schermo fino a
quando non si trova il contenuto
giusto. Come avviene con la
mail, le notifiche, le notizie e i
video brevi. Pure TikTok non è
rimasta ferma. Non sul fronte
dell'information design ma su
quello dei contenuti. Pare che
stia aggiungendo un nuovo feed
dedicato esclusivamente ai
contenuti scientifici, tecnologici,
ingegneristici e matematici, con
una moderazione ad hoc. Niente
balletti e giochetti, quindi. Il feed
Stem - vivrà accanto ai due feed
esistenti, Following e For You, e
mostrerà contenuti per gli utenti
che cercano specificamente
video scientifici e tecnologici di
tendenza. Visto dall'altro
sembra un tentativo di allargare
la clientela anche a secchioni e
persone serie. Che sulla carta
non è sbagliato ma è un po'
come mettere una sala lettura in
discoteca. Perché in fondo i
social per chi li ha visti nascere
sono dei locali, anzi dei centri
sociali dove incontrare quelli
come te che magari hai perso di
vista ma sai sempre dove potere
ritrovare. Per chi orami si è
arreso al destino di navigare tra i
pensieri e i video degli amici con
i pollice, per chi insomma è
entrati sui social senza
ambizioni di diventare ricco e
famoso l'idea di pagare è né
facile e neppure praticabile. Le
fine lenta lentissima della
gratuità dei social media sarà
una opzione per i più giovani.
Per chi sui social ha costruito
una professione, per chi ha
imparato a usarli e per chi li
interpreta in modo attivo è
diverso. Come accade al bar a cui
sei più affezionato quando il
gestore decide di cambiare
sedie, mobili e menù se non ci
trovi più nulla di divertente è
tempo di cambiare aria. Non è
solo una questione anagrafica.
Ma di postura, di chi sei, di come
sei fatto e di come intendi
passare il tuo tempo.
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