E’
arrivato il tempo per il mondo delle costruzioni di scoprire e
abbracciare un nuovo paradigma nel solco della lotta allo spreco e
della bioeconomia
E’
difficile, dopo anni ed anni di investimenti, calcoli e business
pensati in termini di nuovi metri quadri e cubature, immaginare di
lavorare soltanto per ricostruire e solo in termini di qualità.
Specialmente per gli addetti ai lavori nel mondo dell’edilizia è molto
difficile cambiare punto di vista. D’altro canto il fatto che la
costruzione di nuova cubatura si sia quasi del tutto fermata per
ragioni di mercato è oramai sotto gli occhi di tutti e non è il caso di
stare ancora a sottolinearlo. E il fatto che probabilmente non
riprenderà mai più lo testimoniano i milioni di case, appartamenti,
uffici e capannoni industriali vuoti. La crisi economica e quella
finanziaria fanno il resto: abbiamo intere città in vendita e quasi
nessuno compra. Da tempo il mattone non è più un investimento sicuro e
ne passerà del tempo prima che serva, o sia richiesto, di costruire
qualcosa di nuovo. Invece ovunque si parla di ristrutturazione e di
ricostruzione qualitativa, termine quest’ultimo sempre più in voga.
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