STUPIDA RAZZA

mercoledì 29 gennaio 2014

La ricostruzione qualitativa


E’ arrivato il tempo per il mondo delle costruzioni di scoprire e abbracciare un nuovo paradigma nel solco della lotta allo spreco e della bioeconomia
E’ difficile, dopo anni ed anni di investimenti, calcoli e business pensati in termini di nuovi metri quadri e cubature, immaginare di lavorare soltanto per ricostruire e solo in termini di qualità. Specialmente per gli addetti ai lavori nel mondo dell’edilizia è molto difficile cambiare punto di vista. D’altro canto il fatto che la costruzione di nuova cubatura si sia quasi del tutto fermata per ragioni di mercato è oramai sotto gli occhi di tutti e non è il caso di stare ancora a sottolinearlo. E il fatto che probabilmente non riprenderà mai più lo testimoniano i milioni di case, appartamenti, uffici e capannoni industriali vuoti. La crisi economica e quella finanziaria fanno il resto: abbiamo intere città in vendita e quasi nessuno compra. Da tempo il mattone non è più un investimento sicuro e ne passerà del tempo prima che serva, o sia richiesto, di costruire qualcosa di nuovo. Invece ovunque si parla di ristrutturazione e di ricostruzione qualitativa, termine quest’ultimo sempre più in voga.
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