In attesa
di fare un confronto puntuale fra la bozza di legge elettorale di Renzi
e la recente sentenza della Corte Costituzionale, credo di dover fare
delle valutazioni politiche sull’incontro fra il neo segretario Pd e
l’intramontabile Cavaliere, la cui portata va ben oltre il merito della
legge elettorale.
In primo luogo, mi
sembra che questo accordo abbia gambe molto corte e scarsa possibilità
di riuscita. Esso è articolato in tre punti: legge elettorale, riforma
del Senato e riforma del titolo V della Costituzione. Lasciamo da
parte l’ultimo punto su cui è stato detto troppo poco e concentriamoci
sui primi due, iniziando dal Senato. Di fatto lo si abroga sia perché
gli si toglie il potere di votare la fiducia e, necessariamente, la
finanziaria, sia perché si pensa di renderlo non più elettivo,
sostituendo gli attuali senatori con Presidenti di Regione, sindaci
ecc. Quindi, gli attuali senatori possono prepararsi per la panchina ai
giardinetti.
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