…suona
  il campanello di casa un giovane messicano - qui in Texas quella che  
era la minoranza ispanica è diventata maggioranza - per una riparazione 
 domestica. Il giovane è sveglio e brillante. Si capisce che ha voglia 
di  parlare, sa che sono italiano, parliamo prima in inglese ma ogni 
tanto  scivoliamo verso lo spagnolo. Si avventura pericolosamente in 
qualche  frase in italiano.
  
Mi
  racconta del suo paese di origine, della miseria, della disperazione, 
 della decisione di partire, di cercar fortuna. Della sua entrata  
illegale negli USA, attraverso il deserto, giorni e giorni sotto un sole
  implacabile, senza cibo e pochissima acqua. In agguato serpenti  
velenosi, scorpioni e i killer razzisti che si divertono a sparare sugli
  immigranti clandestini. Poi nel sottofondo di un truck appena passato 
 il confine. Infine, esausto di stanchezza, cade in un sonno 
catalettico,  ma è risvegliato dalla guardia di frontiera che trova 
tutti i  disgraziati ammonticchiati nel veicolo e li rimanda indietro.
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