Aver fiducia nella scienza. Nonostante gli scienziati. Noi ci proviamo, ecco, ma è sempre più dura. Perché coloro che si ritengono padroni della scienza al punto da farsi chiamare scienziati ce la stanno mettendo tutta per farci cambiare idea. Ma proprio tutta. L’ultima impresa è del consulente del ministro della Salute Speranza, Walter Ricciardi, già noto come l’ultimo guappo per il suo passato da attore nelle sceneggiate napoletane,che l’altro giorno in tv ha fatto sapere al mondo che il vaccino Johnson&Johnson scade dopo due mesi dalla sua inoculazione. La dichiarazione ha ovviamente creato molta preoccupazione, soprattutto nelle persone (1,5 milioni) che hanno ricevuto questo siero, magari a giugno o a luglio, e hanno scoperto ora, da un talk, che non hanno più copertura vaccinale da settimane, senza che nessuno abbia mai pensato di comunicarglielo. Attenzione, però: ora si viene a sapere che tale preoccupazione, probabilmente, non ha ragion d’essere perché, a quanto pare, non è vero che il vaccino J&J scade dopo due mesi. Walter Ricc i a rd i , consulente di Rober to S p era n za , avrebbe diffuso, tanto per cambiare, un’i n fo r - mazione sbagliata. In altre parole una balla. E sapete perché? Perché ha sbagliato a tradurre dall’i n g l e s e. L’assurda storia merita di essere raccontata dall’i n i z io. Una settimana fa, venerdì 22 ottobre, l’ex guappo diventato scienziato, in arte R ic c i a rd i , è ospite dell’Aria che tira su La 7. Myrta Merlino gli chiede se chi ha fatto il J&J deve fare subito la seconda dose. Lui risponde senza incertezza: «Va fatta a due mesi di distanza dalla prima». E poi spiega: «Questa è un’evidenza scientifica degli ultimi giorni: l’immunità conferita da J&J è un p o’ più labile». E quindi, insiste la M e rl i n o, chi ha fatto il vaccino J&J a maggio giugno e luglio che deve fare? «Lo deve rifare subito. A distanza di due mesi», ribadisce. Tranchant. Messaggio chiaro, no? L’efficacia del monodose J&J dura soltanto due mesi. Dopo due mesi la copertura vaccinale svanisce, e quindi bisogna assolutamente fare un altro vaccino. Per altro, aggiunge R ic c i a rd i , preferibilmente diverso (Pfizer o Moderna). La notizia viene subito confermata e rilanciata dagli altri noti paladini della scienza. Franco Locatelli, coordinatore del Cts, cioè l’uo m o che ha scientificamente in mano i nostri destini, domenica 24 ottobre va ospite di Fabio Fazio aChe tempo che fa e dà ragione a R ic c i a rd i . Parla di un «processo di revisione» in corso «in queste ore» per il vaccino J&J. E quando il conduttore chiede che cosa deve fare chi l’ha ricevuto più di due mesi fa, cioè oltre al termine di scadenza indicato, lui non ha dubbi: «Bisogna rifarlo velocemente». E ribadisce: «Velocissimi». Col superlativo. Così il tema viene rilanciato un po’ ovunque: «Il vaccino J&J scade dopo due mesi», titolano i giornali, «il vaccino J&J scade dopo due mesi» rilanciano i siti Internet e i talk show, «Sì, dopo due mesi l’efficacia comincia a scendere», prova a temperare i toni l’ex direttore dell’Ema Guido Rasi, ma il sottosegretario P ie r - paolo Sileri suona la carica: «Priorità nelle vaccinazioni per chi ha ricevuto J&J». Come a dire non c’è un minuto da perdere: questi disgraziati rischiano la vita da un momento all’a l tro. Volete forse mettere in dubbio la parola degli scienziati? Noi no, per carità. Ma a mettere in dubbio la parola degli scienziati, ci pensa u n’altra scienziata. Maria Rita Gismondo, professoressa e responsabile del laboratorio del Sacco, che ieri ha definito quella del vaccino J&J che scade dopo due mesi una «bufala inutilmente allarmistica». I due scienziati R ic c i a rd i e L o catel l i , secondo la scienziata G ismo ndo, avrebbero preso «una cantonata». E la cosa più grave è che l’av reb - bero presa per un banale errore di traduzione. Infatti nel documento della Food & drug administration (Fda), del 20 ottobre, che è quello cui si riferiscono R ic c i a rd i eGua ltie - riquando parlano di «revisione in corso», c’è scritto testualmente che la seconda dose di J&J va somministrata «at least 2 months after», cioè almeno due mesi dopo la prima dose. E non bisogna essere particolarmente esperti di lingua inglese e nemmeno di logica aristotelica per capire che c’è una certa differenza tra dire che bisogna vaccinarsi «at least» almeno due mesi dopo e dire che il vaccino scade due mesi dopo. Possibile che questi illustri scienziati con tutta la loro scienza non ci siano arrivati? Il punto è proprio questo. Nella vicenda, è chiaro, sembra evidente che la Gismondo abbia ragione e che R ic c i a rd i e L o catel l i abbiano fatto due figure di palta che in un Paese normale porterebbero diritto alle rispettive dimissioni. Ma quello che preoccupa ancor di più della figura di palta è che, da mesi, mentre continuiamo a sentirci ripetere che bisogna aver fiducia nella scienza (e guai a sollevare dubbi se no sei nemico della scienza, e guai a fare domande se no sei contro la scienza), ecco, dopo tutto questo, loro i paladini della scienza continuano a dire e contraddirsi, dalla tv ai giornali, gli uni contro gli altri, castroneria dopo castroneria. Come quando dicevano che le mascherine sono inutili (Matteo Bassetti, 25 febbraio 2020) o che il coronavirus da noi difficilmente potrà diffondersi (Massimo Galli, 10 febbraio 2020) o che è più facile essere colpiti da un fulmine che morire di Covid (Roberto Burioni, 3 febbraio 2020). Si disse: eh ma lì eravamo all’inizio, nessuno ci capiva nulla. D’accordo. Ma non è che con il passare dei mesi sia andato meglio. Basti pensare al caos creato su Astrazeneca, riguardo al quale a un certo punto più che le indicazioni sull’età sembravano uscire i numeri della tombola. O al caos scatenato negli ultimi mesi sulla terza dose, che da quest’estate è al centro di un pasticciato tiramolla: si fa, non si fa, chi la fa, ambarabà (ciccicoccò). Oggi, per l’appunto, arriva l’ultima perla con il nuovo pasticcio su J&J. Informazioni molte ma soprattutto molto confuse. Chi ha fatto quel vaccino ne deve fare un altro? E quando? E quale? A nth o ny Fauc i , consulente della Casa Bianca, dice, in base ai test clinici, chi ha fatto prima dose J&J deve fare la seconda dose di J&J. L ocatelli e gli esperti italiani dicono invece che chi ha fatto la prima dose J&J deve fare secondo dose Pfizer o Moderna perché il mix funziona meglio. In base a che cosa non si sa: speriamo solo che non sia un testo in inglese. Altrimenti ci verrebbe qualche ulteriore dubbio, oltre a quelli che queste vicende ci fanno già naturalmente venire. Perché, si capisce, noi abbiamo fiducia nella scienza. Fiducia totale. Fiducia sempre. Ma abbiamo un p o’ meno fiducia in questi scienziati. I quali a quanto pare muoiono dalla voglia di iniettare sostanze nel nostro corpo. Ma, ecco, mentre lo fanno capiscono quello che stanno facendo? O hanno bisogno di una traduttrice?
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