Ho vissuto la rivoluzione sessuale nella mia esperienza in Italia con gli emarginati del Living Theatre. La visione californiana del sesso – c io è che esso sia un piacere che spetta a tutti e che vada perseguito per «lasciarci andare» – sembrava tanto ingenua quanto distruttiva. Ma non ero in grado di dire per quale motivo. Al tempo stesso, avevo vissuto in prima persona sia la natura condivisa dell’e s p erienza sessuale sia il profondo dolore esistenziale della gelosia. Tutti coloro che hanno vissuto la rivoluzione sessuale hanno dovuto attraversare queste fasi. Da una parte, non ho avuto i problemi che hanno avuto alcuni miei conoscenti. Tuttavia, vedevo che la liberazione poteva essere apprezzata e sfruttata solo da una minoranza. Non è un grande dono offrire la liberazione sessuale a chi è poco attraente o agli impotenti. Mi sembrò che questo aspetto fondamentale fosse stato del tutto trascurato, ma più ci pensavo più capivo che era proprio questo il cuore di quel che non andava nel movimento degli anni Sessanta. Arrivai inoltre a convincermi che la liberazione sessuale fosse la base per altre idee di liberazione, altrettanto distruttive. Il sesso e tutto ciò che ad esso è associato sono aspetti fondamentali per l’o rd ine sociale ma renderli una risorsa individuale, che le persone possono sfruttare a proprio vantaggio, sottrae all’ordine sociale le proprie fo n d a m e nta . Inquadrare nel modo giusto il desiderio sessuale, a mio avviso, era il primo passo per affrontare correttamente la riproduzione sociale. […] L’esperienza autocosciente del sesso, in quanto «estroflessione» verso il prossimo, presuppone le categorie trascendentali: il sacro, la redenzione, l’i nnocenza, ciò che è puro e ciò che viene inquinato. Non è sufficiente pensare alle nostre relazioni sessuali semplicemente in termini contrattuali, come se l’unica questione rilevante dal punto di vista morale sia quella del consenso poiché le offese contro l’i n n ocenza, la decenza, la purezza e la sacralità del prossimo possono essere inflitte tanto con il consenso quanto con la coercizione. Per descrivere questi torti dobbiamo fare appello alle categorie trascendentali […]. Inoltre, se non usiamo questi concetti o altri concetti della stessa famiglia […] faremo riferimento l’uno all’altro come oggetti, non soggetti, e in questo senso non riusciremo a impostare una relazione reciproca. […] Negli ultimi tempi ha iniziato a emergere un nuovo tipo di essere umano che non corre rischi, che non si avvicina al prossimo e che non crea legami solo perché non ne ha mai formati da piccolo. Ho una visione che potremmo definire distopica riguardo le conseguenze che tale aspetto potrebbe avere a lungo termine. Immagino una società di esseri umani sminuiti, considerati semplici corpi, come il triste prodotto di orfanotrofi rumeni. E anche se a volte si finisce con il dare vita a un bambino, quale sottoprodotto casuale del piacere sessuale, questo verrà abbandonato sulla soglia dello Stato, portandolo così a crescere da straniero in un modo di estraniati. […] Da questo punto di vista sono stato molto influenzato da Wag ner, e in particolare dal modo in cui cerca di isolare il legame sessuale dal resto della natura, quasi come un elemento a part e. Anche se non ci sono dèi a conferirgli una natura speciale, il desiderio possiede un’aura di rischio esistenziale: è un punto di transizione, un’e s p e r ie n za di confine, che viviamo attraversando la vita interiore di un altro. È questo il tipo di esperienza da cui emergono le idee del sacro e del profan o. Credo che aver percepito e drammatizzato questo concetto sia il più grande contributo di Wag ner alla nostra comprensione della sessualità e, in generale, della vita umana. Il sacro è qualcosa che scaturisce autonomamente nella nostra e s p e r ie n za . Ma è anche vero che, per molti, questa manifestazione non si verifica mai. Il legame sessuale, anche se caratterizzato da questi momenti di trascendenza, non è sufficientemente forte da alimentarci per una vita intera. Richiede di essere nutrito e sostenuto da una struttura religiosa, una struttura che dona significato alla r i p et i z io n e. È questo lo scopo fondamentale della liturgia. Il matrimonio fa parte della religione e si sviluppa a partire da essa. Anche se non viene considerato un sacramento, il matrimonio deve essere inteso come un voto, non un contratto, un dono reciproco che richiede la testimonianza e la protezione divin e.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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